Raccomandati alla Giunta regionale indirizzi a tutela di emittenti locali e cittadini toscani. Il presidente Danti: “Senza i necessari investimenti tecnologici a rischio il pluralismo dell’informazione”.
Il vipresidente Donzelli (Pdl): “Giusto legare i contributi regionali alla qualità dei servizi erogati”. Un atto che impegna la Giunta regionale a “riferire costantemente al Consiglio”, tramite la Commissione cultura, “azioni e programmi” per accompagnare la transizione al digitale terrestre. E’ quanto prevede la proposta di risoluzione approvata all’unanimità dalla Commissione cultura del Consiglio. Il documento muove dai problemi emersi nel confronto con gli addetti ai lavori della radiodiffusione toscana, incontrati dalla Commissione lo scorso 30 settembre. Come spiega il presidente, Nicola Danti (Pd): “Intendiamo fare la nostra parte: il passaggio al digitale infatti è una grandissima opportunità ma può presentare anche dei rischi, sia per le emittenti locali e che per i cittadini”. Una prospettiva condivisa anche dal vicepresidente della Commissione, Giovanni Donzelli (Pdl), che nell’esprimere il voto a favore ha definito la proposta di risoluzione “un atto scritto in collaborazione”. Il testo esprime una serie di raccomandazioni alla Giunta regionale, tra cui quella di valutare con “molta attenzione” le eventuali richieste di anticipazione del passaggio al digitale in Toscana, invocando poi una specifica “vigilanza” perché questo passaggio non comporti un “impoverimento” del patrimonio televisivo toscano. Chieste anche specifiche azioni di accompagnamento per gli utenti (come campagne pubblicitarie e il coinvolgimento di volontari e studenti in aiuto alla popolazione anziana, per la difficoltà di riprogrammare il telecomando). Tra le raccomandazioni votate anche quella, “qualora le risorse di bilancio lo consentano”, di erogare contributi alle emittenti locali per le spese di adeguamento delle tecnologie “come altre regioni hanno già fatto”. Interventi per i quali la Commissione invita la Giunta a considerare l’opportuità di un monitoraggio, tramite il Corecom, della qualità dei palinsesti delle tv locali, “così da poter prevedere l’accesso differenziato ai finanziamenti, fino all’eventuale diniego”. (MET)