Dopodomani, 7 settembre, alle ore 10.00 si terrà presso il Centro Congressi Auditorium Via Rieti, in Via Rieti 13 a Roma, il tavolo tecnico dell’Area Tecnica 3 (Piemonte orientale e Lombardia) convocato da Agcom d’intesa con il MSE-Com.
Sarà una giornata nervosa, tanto che si stima la durata dei lavori fino alla serata. Sul tappeto problemi importanti che certamente saranno oggetto di intenso dibattito con gli operatori presenti. Noi ne abbiamo identificati almeno sette. Primo: le modalità di assegnazione del 33% delle frequenze disponibili alle locali. Quali saranno i criteri in base ai quali i canali più appetibili (cioè i pochi coordinati a livello internazionale non ancora finiti nelle fauci delle nazionali) andranno a Tizio piuttosto che a Caio? Secondo: quali saranno i limiti di utilizzo in Italia dei canali conflittuali con le emissioni elvetiche? Terzo: i canali da 61 a 69 UHF, da destinare entro il 2015 al potenziamento della banda larga in mobilità su prescrizione UE, come potranno essere assegnati per un impiego in un lasso di tempo così ristretto e, soprattutto, come dovranno essere “restituiti”? Quarto: la temuta verifica del rispetto dell’obbligo di sfruttamento efficiente della capacità trasmissiva pena la revoca o la riduzione dell’assegnazione (oggi il vincolo è di veicolare almeno 3 contenuti diversi per mux), come si coniugherà con la fase di prolungato start-up delle trasmissioni all-digital? Quinto: la condivisione delle risorse radioelettriche attraverso società consortili tra emittenti locali sarà favorita da benefici economici e/o strategici? Sesto: quanto è modificabile il Piano delle frequenze approvato da Agcom (visto che già si parla di ridestinare alle locali almeno un canale finito al dividendo e viceversa)? Settimo: come si gestirà l’impatto del DVB-T2, che aumenterà ancora di più la capacità trasmissiva che da risorsa scarsa (per modo di dire, vista la difficoltà degli operatori locali di riempire i mux con prodotti che vadano oltre la mera ridenominazione di contenuti esistenti o lo slittamento temporale) diverrà oltremisura (rispetto all’attuale richiesta di banda da parte di nuovi content provider) e la nuova tecnologia HD 3D con la quale da dicembre ci si confronterà? Domande impegnative. Ma chi si aspetta risposte certe e rassicuranti probabilmente si sbaglia: il tavolo del 7 settembre sarà poco più di un’illustrazione pubblica di un contestatissimo piano delle frequenze che i giudici amministrativi potrebbero presto imporre di rivedere. Le vere decisioni, ormai si sa, verranno prese a porte chiuse, nei giorni successivi al consesso, presso l’ancora acefalo Ministero dello Sviluppo Economico. (A.M. per NL)