Ci sono decisioni che sono destinate a cambiare l’abitudine di tutti gli italiani. Quella che sta prendendo l’Agcom (Autorità Garante per le Comunicazioni) in queste settimane potrebbe essere una di queste. Nel caldo di agosto sono finite sul tavolo del presidente Corrado Calabrò le richieste di svariati soggetti che puntano a conseguire il titolo di content provider in ambito nazionale sul digitale terrestre. In pratica, il diritto positivo stabilisce che il 40% della capacità di trasmissione dei multiplex di proprietà di Rai, Mediaset e Telecom Italia Media siano concessi ad altri operatori. Il 31 luglio è stata pubblicata una graduatoria preliminare; ora si tratta di arrivare ad una lista definitiva. Non hanno problemi i gruppi che sono in testa alle graduatorie provvisorie: si tratta infatti prevalentemente di operatori che fanno capo a grandi major (Walt Disney, Nbc, De Agostini, Class Editori, Turner Entertainment). Ad essere in apprensione sono invece le aziende che occupano le ultime posizioni in classifica. In particolare desta interesse la situazione di Air P Tv, società che fa capo alla famiglia svedese Wallenberg (principali azionisti di Ericsson). Air P Tv è finita a pari merito con Walt Disney e non sarà facile capire come si potrà arrivare ad una scelta che sia condivisa da tutti i player. Il problema, anche questa volta, è il conflitto di interessi della famiglia Berlusconi: Mediaset potrebbe avere interesse a privilegiare Walt Disney – della quale è già partner – piuttosto che un potenziale concorrente. A questo punto, l’unico modo per far svanire qualsiasi dubbio di favoreggiamento consiste nel rendere il processo decisionale il più trasparente e meritocratico possibile. Non resta che confidare, a riguardo, che lo stabile dell’Agcom possa trasformarsi in questa occasione in un brillante palazzo di cristallo. (Davide Agazzi per NL)