Lo facciamo, ancora una volta, attingendo dall’osservatorio di Andrea Lawendel di Radio Passioni, che all’argomento ha dedicato oggi un interessante e complesso post. "Ho avuto una interessante conversazione con Benn Kobb, grande esperto di gestione dello spettro delle radiofrequenze e autore fino a poco fa (ora Benn sta lavorando su altri fronti) di un sito – attualmente in standby – dedicato al sistema Digital Radio Mondiale, a proposito della transizione alla tv digitale negli Stati Uniti. Una transizione perfezionata ieri, venerdì 12 giugno. Nella finestra di chat su GTalk Benn mi ha riferito che molti americani, colti di sorpresa malgrado il forte impegno del governo e della FCC, non sono ancora attrezzati per ricevere i segnali digitali ed è prevedibile che molti rinuncino del tutto alla televisione terrestre. Benn mi ha fatto ridere raccontando che tre anni fa prese parte a una iniziativa della sua contea per il riciclaggio dei vecchi televisori, portando il suo apparecchio a far rottamare. "Da allora non posseggo televisori", mi dice, anche se ora avrebbe la tentazione di prendere un tuner digitale per il suo Macintosh in modo da potersi sintonizzare su MHz Networks, un distributore di programmi televisivi internazionali di Washington D.C. che si propone come alternativa alla rete PBS pubblica. Gran bella cosa questo canale televisivo, andate a guardarvi il sito. Il palinsesto di MHz Networks "programming for globally-minded people in the US" prevede anche il terzo ciclo de La Piovra. Mettendo da parte il suo particolare caso di massmediologo, negli Stati Uniti continuano a operare 1.700 stazioni televisive "hertziane" viste da parecchi milioni di famiglie e secondo alcuni studi ci sarebbero quasi 3 milioni di case, pari al 2,5% dell’audience televisiva complessiva che non si sono adeguate allo switchover acquistando un televisore digitale o un decoder. Il governo ha finanziato il passaggio al digitale offrendo coupon da 40 dollari per l’acquisto dei decoder (massimo due per famiglia) e l’entrata in vigore del nuovo sistema è slittata di qualche mese perché a un certo punto l’amministrazione Obama ha dovuto cercare nuovi fondi per questi sussidi. Benn mi suggerisce di leggere gli articoli del New York Times per farmi un’idea e quella che segue è una selezione dei titoli più interessanti. Vi incollo anche un estratto da uno di questi articoli con qualche cifra che può essere utile a confrontare la situazione negli USA con la nostra in Italia".topics.nytimes.com/top/reference/timestopics/subjects/d/digital_television_transition/index.html (rassegna completa di articoli attuali e di archivio);
The shutdown of analog channels opens part of the airwaves for modern applications like wireless broadband and TV services for cell phones. The government reaped $19.6 billion last year by selling some of the freed-up frequencies, with AT&T Inc. and Verizon Wireless the biggest buyers.
The shutdown was originally scheduled for Feb. 17, but the government’s fund for converter box coupons ran out of money in early January, prompting the incoming Obama administration to push for a delay. The converter box program got additional funding in the national stimulus package.
Research firm SmithGeiger LLC said Thursday that about 2.2 million households were still unprepared as of last week. Sponsored by the broadcasters’ association, it surveyed 948 households that relied on antennas and found that 1 in 8 did not have a digital TV or digital converter box.
Nielsen Co., which measures TV ratings from a wide panel of households, put the number of unready homes at 2.8 million, or 2.5 percent of the total television market, as of Sunday. In February, the number was 5.8 million.
Both the Nielsen and SmithGeiger surveys counted households as unprepared even if they have taken some steps toward getting digital signals, like ordering a converter box coupon.
Nearly half of the nation’s 1,760 full-power TV stations had already cut their analog signals even before Friday, mostly in less populated areas
Quello verso la tv digitale è stato un percorso molto lungo e il governo americano negli ultimi due anni si è impegnato molto per illustrare ai cittadini le fasi della transizione e le operazioni tecniche da perfezionare. Anche il sistema Advanced Television soffre degli stessi problemi di minor copertura e di possibile sostituzione delle antenne sui tetti. Parte di questo sforzo è stato coordinato sul Web con il sito DTV.gov e con un call center telefonico, ma Benn mi ha raccontato che in queste settimane squadre di tecnici pagate dall’amministrazione girano addirittura nelle case per aiutare le persone anziane, le minoranze etniche e tutti quelli che possono avere dei problemi. A pesare su un quadro tecnicamente difficile, dice Benn, c’è anche una questione qualitativa: «qui da noi la programmazione della tv terrestre è orribile.» La parte più interessante della chiacchierata con Benn riguarda le motivazioni di questo passaggio al digitale. Benn mi ha detto che la versione ufficiale della FCC è che la digitalizzazione della tv consente di liberare frequenze che possono essere destinate alle comunicazioni di emergenza, per un migliore coordinamento dell’azione delle forze di polizia e di pronto intervento. Un problema molto sentito negli USA a causa dell’estensione geografica e della frammentazione dei diversi organismi interessati. Da sempre le stazioni televisive rappresentate dalla National Association of Broadcasters giocano a braccio di ferro con gli utenti della "land mobile radio", i walkie-talkie per intendersi, e con la telefonia cellulare per contendersi le frequenze UHF. Dopo che è stata presa la decisione di adottare la tv digitale si è aggiunta anche la possibilità di offrire servizi Internet senza-fili a larga banda e infatti l’amministrazione ha già incassato lo scorso anno quasi 20 miliardi di dollari dagli operatori di telecomunicazioni. Secondo Benn la FCC va dicendo che la polizia e tutti gli altri avranno le loro frequenze, ma in realtà non ci sarebbero soldi sufficienti per costruire reti di dimensioni nazionali, senza contare che gli organismi che adottano le nuove frequenze intorno 800 MHz riscontrano che con queste frequenze non riescono a coprire bene le loro giurisdizioni con i loro servizi radio, rischiando di determinare gravi situazioni di pericolo. Dieci anni fa la storia della decisione in materia di tv digitale è stata raccontata da un giornalista del New York Times che oggi insegna alla Stanford University, Joel Brinkley, in un libro intitolato Defining Vision. Nel suo lavoro Brinkley racconta di come la National Association of Broadcaster e alcune aziende e laboratori famosi sono riusciti a convincere il Congresso e le varie amministrazioni della necessitò di passare a una televisione più moderna anche per vincere la concorrenza tecnologica straniera. «Una decisione che avrebbe dovuto salvare la tv, oggi rischia di ammazzarla,» ha concluso Benn. «C’è chi rinuncia del tutto alla televisione, che attraversa una difficile momento sul piano finanziario. Anche la pubblicità comincia a diventare economicamente messa in forse rispetto ad altre forme di comunicazione commerciale.» Quando la tecnologia si sposa a complessi inquadramenti giuridici e regolamentari, il rischio è sempre quello: le due velocità. La tecnologia corre, la legge arranca e la politica, invece di cercare di conciliare, spesso fa solo l’interesse proprio o della lobby più forte. In Europa come negli Stati Uniti, la tv digitale sembra essere diventata un caso di studio di questo impossibile compromesso e il fatto che l’intero settore della radiofonia possa rimanere invischiato nella stessa palude non può farci molto piacere.