Altro che successo. Lo switch-over laziale si sta rivelando un bel problema per gli ascolti.
Del resto non ci voleva un genio ad immaginare che in una regione ad altissima densità demografica, con una scarsa informazione su un processo tecnico delicato come il digitale terrestre ed alla presenza di decoder eterogeni spesso di difficile programmazione, l’utenza andasse in tilt. Così Auditel post switch-over ha certificato per Raidue il 3,71% di ascolti, rispetto al 6,75% di lunedì 15 e all’8,47% del martedì della settimana precedente; un po’ meglio è andata per Rete 4, che ha conseguito un 4,03% rispetto al 5,52% di lunedì e al 5,56% di una settimana prima. Nel prime time la situazione però è più pesante. RaiDue ha conseguito il 3,89% contro il 6,97% del giorno precedente e il 10,51% di sette giorni addietro; Rete 4, invece, ha ottenuto il 4,77%, maggiore del 3% di lunedì, ma inferiore al 5,24% di martedì 9. Mediaset soffre soprattutto nella fascia dei film in seconda serata, accusando un calo dal 7,93% di lunedì 15 al 5,80% di martedì. RaiDue, invece, nella medesima fascia è calata dal 5,72% al 3,36%. Con effetti di questo tipo su prodotti nazionali di alta appetibilità (e quindi ricercati dall’utenza), le tv locali sono preoccupatissime per la fase di switch-off (che consegue allo switch-over). Il rischio, infatti, che i telespettatori non si preoccupino di rintracciare le emittenti minori perdute nella fase di migrazione è altissimo. Anche perché la questione dei famosi numeri LCN (le presintonizzazioni dei telecomandi) non è mai stata risolta.