Alè, ci risiamo. Gli scongiuri non sono serviti o forse non sono stati abbastanza. Pare infatti che in Trentino comincino a ripresentarsi i problemi già visti nel Piemonte occidentale.
E’ bastata una serie di verifiche a campione per constatare che, al di là delle pompose dichiarazioni di facciata, le cose non stanno andando proprio per il verso giusto o almeno non del tutto. Vediamo perché. Intanto pare si sia riproposta la solita questione amministrativa degli impianti ex art. 30 D. Lgs 177/2005, cosicché, per esempio, la Val del Chiese sarebbe in parte oscurata a seguito dello spegnimento di impianti di comuni e comunità montane che non sono stati per tempo autorizzati alla migrazione su frequenze DVB-T compatibili con il master plan locale. Poi, i vari mux dei player nazionali non risultano presenti in tutte le postazioni, cosicché, anche in questo caso, non sarebbe garantita la fruizione dei programmi invece precedentemente accessibili in analogico. Ci viene infine segnalata la presenza di multiplexer…vuoti (sic!). E anche in Val Rendena si riscontrano, da oggi, sostanzialmente gli stessi guai, ai quali sono da aggiungere quelli derivanti dalle difficoltà di far funzionare i trasmettitori in single frequency network (SFN, tecnica che pare sempre più buona sulla carta che sul territorio), come del resto accade tuttora in Piemonte occidentale. Eppure il MSE-Com canta (già) vittoria e dispensa comunicati trionfalistici a iosa. Vedremo nei prossimi giorni se finirà come in Piemonte occidentale. Intanto, terque quaterque testiculis tactis …