Tutto bene in Trentino con il digitale terrestre? A leggere i comunicati della Provincia Autonoma di Trento, che pure sta garantendo un ottimo servizio di aggiornamento dello switch-off con due edizioni giornaliere dei bollettini informativi, sembrerebbe di sì.
Ma è veramente così? In verità, a questo periodico risultano, in quasi tutte le valli oggetto di switch-off, numerosi casi di oscuramento causati dalla disattivazione degli impianti ex art. 30 D. Lgs 177/2005 (cioè gli impianti delle comunità montane e dei comuni), divenuti fuorilegge con l’attuazione del Master Plan (a seguito della mancata verifica preventiva della casistica generale in sede di elaborazione dello stesso). Abbiamo, a riguardo, contattato questa mattina l’Ispettorato Territoriale del Trentino del MSE-Com, chiedendo chiarimenti. La risposta, a denti stretti, è stata che "sì, effettivamente qualche problema c’è" e che la riattivazione di tali microdiffusori su base compatibile con le nuove assegnazioni potrà avere luogo solo "dopo il 27 ottobre, al termine dello switch-off del Trentino". Abbiamo cercato di punzecchiare il nostro interlocutore sulla discutibile scelta di gestione centralizzata della migrazione, cioè con decisioni assunte da Roma e rovesciate direttamente sugli organi periferici, ricevendo, pur con una comprensibile titubanza, la conferma che "in effetti, potevano coinvolgerci meglio e di più". In pratica, gli Ispettorati territoriali, che del MSE-Com sono gli organi di sorveglianza del territorio, quindi i più adatti a verificare se quanto elaborato a livello teorico è correttamente traducibile in pratica (e magari prima che venga tradotto…), appaiono, in un processo delicato ed epocale per la televisione, sottovalutati e sottoutilizzati. Una decisione – incomprensibile a livello tecnico, ma che può trovare facile spiegazione a livello politico – che sta mostrando in questo frangente tutta la sua fragilità. Questa mattina, tra l’altro, sono state segnalate a questo periodico nuove difficoltà in Piemonte occidentale, dove qualche emittente, che sta subendo danni enormi dalla riduzione della copertura con il passaggio da analogico a digitale, avrebbe maturato l’intenzione di mettere in atto iniziative di protesta e di adire l’autorità giudiziaria (intento che già aveva un paio di settimane fa preannunciato una delle storiche e principali emittenti piemontesi, Telecupole, particolarmente colpita dalla migrazione tecnologica). Uno switch-off che, diversamente dai comunicati ufficiali del MSE-Com, sta quindi incontrando problemi pratici ben superiori a quelli preventivati nelle ovattate sale di Viale America a Roma. Sui quali torneremo presto, come voce fuori dal coro.