La partecipazione diretta (fisicamente sul campo) ai primi due giorni di switch off nell’area tecnica 1 (Piemonte occidentale, province di Cuneo e Torino) ha permesso di verificare quanto fosse corretto ciò che questo periodico andava ripetendo da mesi.
E ciò a riguardo dei problemi che le emittenti locali o le nazionali minori sarebbero state chiamate a fronteggiare. Potrà sembrare irragionevole, ma a patire le conseguenze di uno switch off forzato e attuato a tappe (necessariamente) obbligatorie saranno probabilmente le emittenti più forti a livello editoriale/imprenditoriale e maggiormente presenti (come distribuzione del segnale) sul territorio. Questo in conseguenza del fatto che l’assegnazione di una singola risorsa frequenziale, di norma, mal si concilia – a causa delle caratteristiche tecniche di reti diffusive costruite nel tempo, secondo la logica dello sviluppo progressivo – con la realizzazione di una rete SFN nelle zone territoriali più remote, quali le valli laterali e i piccoli comuni. In tali casi sarebbe quanto mai opportuna l’assegnazione di almeno una risorsa ulteriore (a parità di multiplexer), nelle aree secondarie (di norma valli), che potesse permettere di attuare, mediante l’alternanza di due canali, la ripetizione in banda, evitando l’installazione di costose tratte dedicate. Sino a quel momento – che potrebbe anche non arrivare, vista la scarsità di risorse frequenziali disponibili e nonostante la Delibera 294/09/CONS lo preveda all’art. 1, comma 3 – le emittenti più articolate sul piano diffusivo potrebbero essere costrette al silenzio tecnico ed editoriale, esercendo pochi (grandi) impianti non problematici ed illuminando così una parte considerevolmente inferiore dell’area storicamente servita. Un quadro fattuale in aperto contrasto con l’impegno assunto dalle istituzioni a riguardo di un uso efficiente e pluralistico della risorsa radioelettrica, nonché di una razionale distribuzione delle risorse fra soggetti operanti in ambito nazionale e locale e a tutto danno di un’utenza già discriminata tecnicamente (per via dell’orografia del territorio), che vedrebbe fortemente ridotta l’offerta televisiva, a dispetto delle premesse del digitale terrestre. (M. P. per NL)