"Sono veramente preoccupata per le modalità con le quali in Piemonte si sta completando la transizione al digitale terrestre. Lo switch off scatterà entro la prossima settimana ma, soprattutto nei territori montani, non tutti i cittadini riescono a ricevere il segnale Rai".
Parole della scorsa settimana della presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso (foto). "Lunedì (05/10/09, ndr) mi metterò in contatto con il Direttore Generale della Rai chiederò di conoscere i problemi che si stanno riscontrando e soprattutto come e in quali tempi pensano di risolverli. Occorre evitare che migliaia di cittadini, pur pagando regolarmente il canone, siano penalizzati nell’accesso al servizio pubblico radiotelevisivo per il fatto stesso di vivere in zone svantaggiate. A questo si aggiungono le segnalazioni di alcune emittenti televisive locali che, con il nuovo assetto, lamentano di non poter raggiungere gli stessi bacini di utenza assicurati dall’analogico, con inevitabili effetti di tipo economico e commerciale", illustrava qualche giorno fa la Bresso, che prometteva: "Faremo tutto il possibile per essere vicini alle piccole comunità e alle emittenti locali che rischiano entrambe di essere escluse dalla ripartizione del dividendo digitale proprio nella transizione a tecnologie che dovrebbero assicurare non una riduzione, ma un’estensione del diritto a informare e a essere informati". Poffarbacco! Ma è la stessa Mercedes Bresso di cui parlavamo due settimane fa su queste pagine? La Bresso che si era disinteressata ai problemi delle emittenti locali, nonostante le promesse di qualche mese prima? Il Presidente della Regione con il sito internet senza avvisi all’utenza a riguardo della migrazione tecnologica? L’infermiera del digitale col miracoloso "cerotto" tecnologico da soli 25.000 euro? No, non è possibile. Certamente stiamo parlando di un’altra persona. Più accorta.