Ci siamo. Dopo la Sardegna, tra pochi giorni la Valle d’Aosta sarà una regione, televisivamente parlando, completamente digitale.
Tutto dovrebbe essere a posto: la Regione ha preparato per tempo un servizio di supporto all’utenza, mentre le emittenti tv nazionali e locali sono ormai da giorni in stand-by per lo spegnimento dei segnali analogici che da domani, 14 settembre, fino al 23 (qui il calendario migratorio delle singole valli), lasceranno il posto alle nuove assegnazioni digitali (le quali non necessariamente avranno un’attivazione contestuale allo spegnimento dei segnali analogici, anche se per i siti più importanti ciò avverrà in maniera contestuale, entro le 10.00 di ogni giorno). Un passo particolarmente importante, non solo per quanto attiene agli abitanti della Vallée d’Aoste, ma in generale per tutti gli operatori televisivi italiani. Oltre ad aver fornito indirettamente la tabella delle assegnazioni dei canali ai network provider nazionali che contraddistingueranno (stante la tecnica SFN single frequency network, RAI e casi particolarissimi a parte) la digitalizzazione dell’intera penisola (le frequenze valdostane e del Piemonte occidentale saranno le stesse impiegate dagli operatori nazionali in tutta Italia), lo switch-off in Val d’Aosta costituirà, infatti, la prima digitalizzazione integrale di un territorio alle porte di un bacino radioelettricamente impegnativo come quello piemontese (che sarà interessato dalla migrazione numerica dieci giorni dopo, dal 24 settembre). Quindi, in questo laboratorio vivente, potrà essere verificata concretamente la portata di determinate problematiche tecniche che in Sardegna, vista la presenza di condizioni tecniche particolarmente favorevoli (assenza di particolari congestioni dell’etere; limitato numero di operatori; ecc.) non hanno generato disagi gravi. In verità, anche la VdA è un territorio abbastanza tranquillo sul piano radioelettrico, sicché i problemi maggiori (soprattutto a livello interferenziale) sono attesi per lo switch-off dell’area tecnica del Piemonte occidentale (Torino e Cuneo). Per la quale sì si teme molto di più in termini di problemi tecnici per le emittenti e disagi per l’utenza. Anche se pure questo caso nulla sarà a confronto della bolgia attesa per l’area tecnica costituita dal Piemonte orientale-Lombardia (esclusa Mantova) e Piacenza.