Che non sarebbe stata una passeggiata si sapeva, ma quel che sta succedendo in queste ore nelle province interessate dall’epocale switch-off della parte demograficamente più rilevante dell’Area Tecnica 3 supera le più pessimistiche previsioni.
Alle 16.00 di oggi nelle province di Milano, Monza e Brianza, Cremona, Lodi, Varese, Bergamo, Brescia, Pavia, Como, Novara, Piacenza, Parma sono ancora decine i mux locali (e qualche nazionale) scomparsi dall’etere. La maggior parte degli impianti è stata spenta alle ore 10.00 di oggi, come da prescrizione (tranne qualche irriducibile ancora on air sulle originarie frequenze non si sa se scientemente o per problemi tecnici), ma non è ancora stata riattivata sui nuovi canali assegnati, forse anche per via della nevicata di questa notte che ha reso difficoltosa la salita sulle postazioni di Valcava e Monte Penice. Ma a rendere complicatissima la vita degli utenti è soprattutto la numerazione automatica dei canali (LCN), resa pubblica ieri sera dal MSE-Com, che dovrebbe trovare piena attuazione entro la giornata di oggi. La procedura seguita dal MSE-Com per l’assegnazione appare francamente incomprensibile (e sarà inevitabilmente fonte di centinaia di ricorsi al TAR), visto che se da una parte è certamente condivisibile la scelta di dare priorità di attribuzione ai programmi digitali convertiti dall’analogico, dall’altra non lo è affatto quella di penalizzare i fornitori di servizi di media audiovisivi già esistenti che non svolgono anche l’attività di operatore di rete. In pratica, moltissimi nuovi programmi (regolarmente autorizzati dal MSE-Com) da tempo veicolati sui mux delle tv locali non hanno ricevuto l’assegnazione LCN (e quindi sono stati esclusi) per esaurimento delle numerazioni a vantaggio di nuovi prodotti (non ancora on-air) per i quali gli operatori di rete ex concessionari avevano presentato centinaia di domande a settembre. A questo punto, pare scontato che Agcom e MSE-Com dovranno allargare le numerazioni attribuibili alle locali utilizzando anche gli archi superiori all’ottavo e ridistribuire i numeri assegnati a fornitori di servizi di media audiovisivi che non ne fanno pieno utilizzo sull’intero bacino. Intanto, gli utenti stanno tempestando di telefonate sia i centralini del Ministero che quelli delle associazioni di categoria e degli antennisti. Molto probabile che la situazione non si stabilizzerà prima di qualche settimana. (A.M. per NL)