Si è svolto ieri, alla Sala Conferenze di Piazza Montecitorio a Roma, un seminario organizzato dal Ministero dello Sviluppo Economico Dipartimento per le Comunicazioni, in merito al recepimento della direttiva 2007/65/CE, "Servizi di Media Audiovisivi", che riguarda sia i servizi audiovisivi trasmessi dalla televisione tradizionale che quelli trasmessi a richiesta. L’Osservatorio del Ministero dello Sviluppo Economico – Dipartimento Comunicazioni, in vista della delega che la legge Comunitaria 2008 conferisce al governo, ha promosso un consesso pubblico di confronto, parallelamente alla fase di audizioni bilaterali promosse con ciascun soggetto coinvolto dal nuovo assetto normativo. L’obiettivo dell’Osservatorio è quello di monitorare i possibili effetti del recepimento del testo europeo sull’industria, stimolando un proficuo dibattito con i diversi protagonisti istituzionali ed imprenditoriali, in grado di implementare i margini che la direttiva europea lascia all’azione degli Stati Membri, nella direzione di una rafforzata competitività del settore. "Avevamo già esposto e riportato sul nostro sito internet un’essenziale richiesta in merito alla prossima digitalizzazione delle trasmissioni televisive", ci scrive il Comitato Radio Tv locali: "Che la numerazione dei canali fosse almeno di tre cifre (100, 101, 102, 301, ecc.), al fine di salvaguardare l’attuale vantaggio delle TV Locali, sulla prossima competitiva apertura ad altri soggetti, grazie alla maggiore disponibilità di canali offerta dal Digitale Terrestre". "La stessa Sky ne fa impiego per il proprio telecomando per bilanciare le posizioni delle emittenti nel bouquet" – continua il CRTVL – "Ove così non si facesse, i canali con due numeri o addirittura con uno solo sarebbero sempre i più visti, mentre i programmi a tre cifre ne uscirebbero fortemente penalizzati. In una prospettiva di questo tipo le tv locali (quali aziende) sarebbero ghettizzate e condannate". "Al termine dell’incontro, il nostro Presidente ha avuto colloqui informali con i rappresentanti delle associazioni di emittenti locali, che hanno confermato unanimi, il desiderio di avere una regolamentazione sull’LCN che preveda la numerazione dei canali a non meno di 3 cifre", chiosa il Comitato. "Successivamente, ha chiesto all’On. ViceMinistro Paolo Romani l’apertura di un tavolo tecnico a riguardo. L’On. Romani, sensibile ai problemi delle TV Locali e forte della sua profonda esperienza “sul campo”, ha assicurato il proprio impegno". Speriamo. Perché, insieme alla delicatissima fase di assegnazione dei diritti d’uso alle frequenze digitali (in molte aree italiane – come in Lombardia – un canale, si sa, non vale l’altro..), la questione dei numeri LCN, come da noi più volte segnalato, è tra le maggiori criticità dell’intera procedura di digitalizzazione del sistema televisivo italiano.