(Borsa Italiana) – Alcune regioni di Italia da poco sono definitivamente passate al digitale lasciando per sempre l’analogico. Il digitale terrestre diventa quindi una certezza. Con il passaggio di Raidue e Retequattro al digitale comincia, infatti, la graduale cessazione (switch-over) del segnale analogico terrestre. Si apre una nuova era, quella della tv interattiva, dei canali tematici a pagamento senza parabola. Le regioni d’Italia per ora coinvolte (entro il 2012 tutta la Penisola) devono dotarsi di un decoder da collegare al televisore, oppure di un nuovo tv con il decoder incorporato. In linea di massima non si dovrà apportare alcuna modifica all’impianto di ricezione, ma, con tutta probabilità, toccherà risintonizzare il decoder, procedura da effettuare dal menu del televisore o del decoder, seguendo le indicazioni sul video. La questione è però un’altra: il passaggio dall’analogico al digitale è a costi zero o i cittadini devono fare fronte a delle spese? L’ingresso nella nuova era del digitale non è priva di spese: si calcola infatti che in ogni famiglia sono presenti più televisori e per ogni televisore è indispensabile un decoder che deve essere acquistato a spese dell’utente. Tre le spese previste rientrano: l’acquisto del nuovo decoder; le eventuali spese per l’antennista, in media 60 euro, dato che spesso si verificano casi di mancata ricezione del segnale; richiesta di intervento di un tecnico installatore. L’associazione Codici lancia l’allarme sui prezzi in salita e sugli anziani ancora indietro quanto a nozionistica. «Dalle «numerose telefonate ricevute in questi giorni è emerso che a un utente su tre mancano le informazioni necessarie affinché tale passaggio possa avvenire senza grandi difficoltà – avverte in una nota il coordinamento per la difesa del cittadino-. Buona parte delle telefonate e delle mail da noi ricevute provengono da over 65, una fascia di età non ancora pronta per questo passaggio tecnologico. Inoltre questo passaggio non è esente da costi. Tra l’acquisto dei decoder e l’adeguamento degli impianti di antenna, il cittadino arriverà a spendere, volendo essere ottimisti, tra i 50 e i 200 euro». Sebbene il Governo abbia previsto un sostegno economico per le fasce più anziane e meno abbienti (10.000 euro), questi incentivi sono rivolti solo per i decoder interattivi cioè quelli più costosi e funzionali anche alle pay-tv che hanno un costo di circa 70-100 euro. Da qui è scattata la denuncia da Adiconsum, che chiede al Governo di estendere l’incentivo a tutti i decoder e consentire quindi alle famiglie in difficoltà di passare al digitale (almeno per un televisore) a costo zero. Se l’incentivo non verrà modificato rischia di essere solo una misura di facciata e non efficace. L’ADOC, l’associazione nazionale per la difesa e l’orientamento dei consumatori, dichiara che «Il passaggio forzato al digitale rappresenta un costo gravoso per le famiglie, che dovranno sobbarcarsi una spesa media di 120 euro per l’acquisto dei decoder – dichiara Carlo Pileri, presidente dell’Adoc – uno zapper da 30 euro, che riceve solo canali gratuiti e uno interattivo da 90 euro, considerando una media di due televisori per nucleo familiare. Una spesa complessiva di oltre 320 milioni di euro, altro che rivoluzione gratuita come pubblicizzato. Considerando l’intero territorio italiano, la spesa per le famiglie sui 2,6 miliardi di euro. Inoltre, va considerato che ai costi per i decoder vanno aggiunte le eventuali spese per l’antennista, in media 60 euro, dato che spesso si verificano casi di mancata ricezione del segnale. Solo in Piemonte sono stati segnalati oltre 50mila interventi».