Continuano i problemi nelle valli laterali del Piemonte occidentale, dove lo switch-off si è concluso la scorsa settimana. Il problema è sempre quello dell’inattività dei circa 100 impianti ex art 30 D. Lgs 177/2005 resi inattivi a causa di uno scoordinamento tra gli organi centrali e periferici del MSE-Com.
In sostanza, come scritto più volte su queste pagine, nonostante fosse noto almeno da marzo di quest’anno che gli impianti delle comunità montane e comunali, che consentivano la ricezione di programmi tv pubblici e privati in aree periferiche del Piemonte occidentale, sarebbero divenuti "fuorilegge" alla data prevista per lo switch-off, nessuno si era premurato di delegare il locale Ispettorato territoriale per il rilascio di autorizzazioni ex novo (su canali compatibili con le nuove assegnazioni). Ora si sta correndo ai ripari, ma intanto numerose località sono ancora completamente oscurate. L’assessore alla Montagna della provincia di Cuneo, Luigi Costa ha riferito ieri che “ad oggi la situazione della ricezione in diversi Comuni delle valli cuneesi è frammentaria e confusa. Penso che il passaggio dal sistema analogico al digitale rappresenti un’innovazione positiva che permette una migliore qualità audio-video, l’accesso ad un maggior numero di canali e un minore inquinamento elettromagnetico. Ma la trasformazione ha sottovalutato i disagi per le aree, soprattutto montane, dove da sempre la ricezione del segnale è problematica a causa della conformazione del territorio. La scelta della diffusione del segnale tramite installazione di ripetitori terrestri ha, di fatto, penalizzato i residenti delle zone alpine: molti, per accedere al servizio, hanno dovuto affrontare spese aggiuntive per l’installazione di impianti di ricezione satellitare. Si viene così a creare un’ulteriore situazione di disagio per aree che vivono quotidianamente le problematica legate a spopolamento e carenza occupazionale. Auspico, quindi, la valutazione di apposite agevolazioni o incentivi per l’acquisto dei kit per il digitale satellitare destinati alle popolazioni montane”.