Digitale terrestre, Piemonte: in arrivo sconti sul canone RAI?

(Grandain.com) – La proposta è lanciata dal consigliere regionale Mariano Rabino in base e problemi precisi. “In questi giorni – dichiara il consigliere regionale Mariano Rabino – ho ricevuto la risposta scritta all’interrogazione che avevo rivolto all’assessore regionale alle Politiche per l’innovazione in merito al passaggio di Rai2 e Rete4 al digitale terrestre, previsto per le province di Torino e Cuneo, scelte come aree sperimentali, il 20 maggio 2009. Dall’assessorato confermano che il 20 maggio si verificherà lo spegnimento del segnale analogico di Rai 2 e Rete 4 (tecnicamente definito switch over) e l’accensione, sulle medesime frequenze, del segnale digitale di Rai (Rai 1, Rai 2, Rai3, Rai 4) e Mediaset 2 (Canale 5, Boing, Italia 1, Rete 4, Sportitalia, Sportitalia 24) irradiati dai trasmettitori di Torino Eremo, Moncalieri colle della Maddalena, Bra, La Morra, Monte Turu, Borgo San Dalmazzo. Successivamente, a settembre-ottobre 2009, verrà attuato lo spegnimento di tutti i segnali analogici (definito tecnicamente switch off) sul territorio delle due province e l’accensione dei segnali digitali da parte di tutti gli operatori autorizzati. Nel rispondere alla mia interrogazione – continua Rabino – l’assessorato comunica che al momento dello switchover, tutti i cittadini che ricevono il segnale di Rai 2 o Rete 4 da uno dei trasmettitori citati in precedenza risulteranno coperti dal segnale digitale e potranno fruire dei servizi trasmessi, a patto che si siano dotati di un opportuno decoder. Poiché la frequenza utilizzata per il broadcasting rimane immutata – sottolinea l’assessorato – una buona ricezione del segnale di Rai2 e Rete 4 implica, in prospettiva, un’ottima ricezione del segnale digitale. I cittadini che, invece, ricevono i suddetti segnali in modo non ottimale si troveranno in una delle seguenti situazioni: il segnale digitale garantisce una maggiore robustezza nei confronti di alcuni tipi di disturbo che normalmente affliggono il segnale analogico (ad esempio echi e riflessioni dovuti alla presenza di edifici, alberi o altri ostacoli macroscopici) e quindi la qualità del segnale digitale decodificato può rivelarsi ottima anche quando la ricezione di quello analogico è bassa; la cattiva ricezione del segnale analogico è causata da una cattiva qualità dell’impianto di ricezione: in questo caso un intervento correttivo sull’impianto risolve il problema; il segnale analogico viene ricevuto, ma con un’intensità troppo debole (il caso dei cittadini che si trovano in corrispondenza dei margini estremi delle aree di copertura – tipicamente, in questo caso, il segnale televisivo non è quasi fruibile): in questo caso il segnale digitale non risulterà decodificabile. Nella risposta dell’assessore Bairati sono esaminati i punti critici da affrontare prima di arrivare allo switchover: molte delle aree montane e collinari a bassa densità di popolazione, per le quali l’operatore pubblico non ha obblighi specifici derivanti dal contratto di servizio, sono coperte da un’infrastruttura che è stata realizzata nel corso degli anni dagli Enti Pubblici preposti alla gestione del territorio (Comunità Montane e Collinari o Comuni). Questi impianti ripetono il segnale ricevuto da uno dei trasmettitori dei quali è previsto lo spegnimento e non sono in grado di riconvertire in analogico un segnale digitale: lo switchover potrebbe tradursi perciò nello spegnimento dei segnali di Rai 2 anche su territori che non rientrano direttamente nelle aree di copertura previste. Mi è stato segnalato che dal mese di ottobre 2008 CSP (struttura di Innovazione e ricerca della pubblica amministrazione piemontese nel campo delle tecnologie della Società dell’Informazione) ha realizzato un censimento dei siti e degli impianti di proprietà pubblica che verranno coinvolti in questo processo, permettendo alla Regione Piemonte di portare il problema nelle opportune sedi istituzionali al fine di identificare una soluzione tecnica che permetta di evitare interruzioni nell’erogazione del servizio pubblico. Il Ministero finanzierà l’acquisto e l’installazione presso una quarantina di siti degli apparati necessari alla conversione del segnale: i soldi saranno stanziati come parte del finanziamento a Rai per la riconversione degli impianti sotto una specifica clausola, con vincolo di sottoscrizione di una convenzione con Regione Piemonte per il trasferimento dei fondi agli Enti interessati.Le conseguenze per la popolazione residente nei territori in oggetto dovrebbero essere trascurabili (un minimo periodo di disservizio al momento della commutazione dei segnali). Non sono, in questa prima fase, previste iniziative per l’integrazione della copertura su aree attualmente non raggiunte dai servizi dell’operatore pubblico. I problemi maggiori, come evidenziato nella risposta dell’assessore Bairati, si avranno nella fase definita di switchoff, quando, a settembre-ottobre 2009, verrà attuato lo spegnimento di tutti i segnali analogici. Questa seconda fase sarà preceduta dal riassetto dello spettro frequenziale: le attuali autorizzazioni a trasmettere in analogico verranno ritirate e sostituite da quelle emesse in accordo alle nuove pianificazioni di rete fissate da AgCom (l’autorità garante per le Comunicazioni) e Ministero secondo i vincoli derivanti dai nuovi trattati internazionali e la vigente normativa europea. Questo processo potrebbe avere alcune implicazioni tecniche rilevanti, in particolare nelle aree la cui copertura è garantita da più siti trasmissivi (quindi: non Torino, coperta da Eremo e Maddalena, ma, ad esempio, aree più a nord, dove alcuni segnali sono ricevuti dai trasmettitori di Andrate, altri dal Monte Ronzone, altri da Valcava, altri ancora dal Monte Penice): la nuova distribuzione dell’uso delle frequenze in corrispondenza dei siti potrebbe richiedere importanti (in termini di numero) interventi di adeguamento degli impianti di ricezione. Il numero di impianti che potrebbero richiedere un intervento è attualmente in fase di valutazione congiunta da parte di Regione Piemonte e antennisti professionali rappresentati dalle associazioni di categoria. Inoltre, non sono previsti fondi per il rinnovo degli impianti di proprietà pubblica (a livello nazionale, costituiscono più del 50% della totalità dei siti di broadcasting): di conseguenza, lo spegnimento dei segnali analogici comporterà il blackout dei segnali terrestri sui territori delle Comunità Montane, Collinari e Comuni serviti da impianti pubblici. L’unica soluzione alternativa praticabile prevede l’uso dell’infrastruttura satellitare (che garantisce una copertura del 100% del territorio): a metà del giugno p.v. dovrebbe essere attiva la piattaforma TVSat, che garantirà la diffusione via satellite dei canali Rai, Mediaset, Telecom e quelli degli operatori locali che aderiranno al progetto.
Esistono tre vincoli forti all’uso di TVSat come piattaforma alternativa:
La disponibilità di un decoder satellitare ammissibile ai contributi erogati verso le fasce deboli (l’oggetto non è attualmente disponibile in commercio, dovrebbe arrivare sugli scaffali in tarda primavera).
La disponibilità delle smartcard necessarie per decifrare il segnale (che verrà criptato perché il satellite ha copertura continentale – anche su aree, quindi, per le quali gli operatori italiani non hanno diritti di trasmissione di alcuni eventi – ad esempio eventi sportivi o film), il cui uso non imporrà alcun onere sull’utente (il servizio è gratuito) a parte l’acquisto a prezzo di costo (qualche euro). L’esigenza di poter disporre anche su satellite dei servizi regionali (per i quali Rai sta studiando un’apposita soluzione). "Prendo atto – afferma il consigliere regionale Mariano Rabino – dell’articolata risposta che l’assessorato mi ha fatto pervenire ma, allo stesso tempo, non posso non sottolineare come questa rivoluzione tecnologica che la provincia di Cuneo avrà l’onore/onere di inaugurare genererà nuove situazioni di disagio nei cittadini/utenti, specie per quelli che risiedono in aree della provincia già soggette a carenze strutturali di altro genere, connesse alla loro localizzazione in montagna o collina. Mi riferisco al fatto che in montagna e collina, zone che si trovano tipicamente in corrispondenza dei margini estremi delle aree di copertura, il segnale digitale non risulterà decodificabile così come al fatto che, dato che non sono previste iniziative per l’integrazione della copertura sulle aree attualmente non raggiunte dai servizi dell’operatore pubblico, lo spegnimento dei segnali analogici comporterà il blackout dei segnali terrestri sui territori delle Comunità Montane, Collinari e Comuni serviti da impianti pubblici. La soluzione che viene prospettata è l’uso dell’infrastruttura satellitare ma i limiti dovuti alla disponibilità di un decoder satellitare ammissibile ai contributi erogati verso le fasce deboli, le rende ancora più disagiate. A questo punto, sollecitando la Regione a farsi portavoce di queste problematiche verso i vertici della Rai, mi sento anche di proporre una riduzione, se non addirittura l’esenzione dal pagamento del canone Rai, tenendo conto delle difficoltà che ho segnalato e che lo stesso assessorato regionale alle Politiche per l’innovazione sottolinea. Credo sia praticabile la richiesta da avanzare a Roma, affinchè i cittadini piemontesi possano usufruire di uno sconto del canone di abbonamento alla Rai pari al costo di un decoder per ricevere il segnale satellitare o digitale terrestre, per tutto il periodo di tempo necessario ad ottimizzare quanto più possibile l’utilizzo del servizio pubblico a cui la Rai è delegata da un preciso contratto di servizio".
 

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