Paolo Romani (foto) non lo vuole dare a vedere, ma è preoccupato. Molto preoccupato. Sa benissimo che agli italiani si può togliere tutto, ma non la tv ed il calcio. Quindi l’ordine ai suoi uomini è stato netto: ogni switch-off deve essere quanto più possibile indolore.
Indietro certamente non si torna ed il calendario sarà rispettato, ma sul campo dovrà rimanere il minor numero di morti e feriti. Massima elasticità, pertanto, per addivenire alla migrazione tercnologica con successo. Poi, con calma, si sistemeranno le cose. "Nessuno restera’ senza televisione, non ci sara’ l’incubo dello schermo nero" a causa dell’avvento del digitale terrestre, ha dichiarato il viceministro del Ministero dello Sviluppo Economico a margine della partecipazione ad un convegno al Prix Italia di Torino rivolto, tra l’altro, all’avvento della nuova tecnologia. Il luogo era quanto mai appropriato, considerato che da domani fino al 9 ottobre l’area tecnica 1, costituita dal Piemonte occidentale (Cuneo e Torino) è chiamata allo switch-off. Non sarà una passeggiata come in Val d’Aosta, ma nemmeno ci si attende lo scenario buio pesto del Piemonte orientale e della Lombardia (o meglio, la cd. "Grande Lombardia", che include anche la provincia di Piacenza ed esclude quella di Mantova). Romani ha voluto mandare un segnale rassicurante a istituzioni locali e a quanti nei giorni scorsi hanno sollevato il problema di possibili black-out nella fruizione di programmi televisivi, soprattutto nelle valli laterali, dove molti utenti sono serviti solo da impianti di Comuni e Comunità montane (ex art. 30 D. Lgs 177/2005) che dovranno (o dovrebbero, a questo punto) essere disattivati onde evitare l’insorgenza di interferenze ai legittimi destinatari delle nuove assegnazioni dei diritti d’uso per i canali individuati dal Piano di Assegnazione delle Frequenze. "La confusione nasce dalla difficolta’ di capire di chi sia la titolarita’ dell’impianto", ha spiegato Romani richiamandosi ad un problema che questo periodico sollevò per primo mesi fa. Il viceministro ha assicurato che il MSE-Com sta assolvendo al compito perche’ si possa garantire il funzionamento di tali microdiffusori. Quanto al contributo del dicastero per l’acquisto del decoder, in Piemonte l’andamento e’ tale che non sarebbero moltissime le richieste, "segno che si e’ scelta la soluzione meno costosa, come dire ‘cominciamo con il vedere la televisione digitale, poi pensiamo al resto, quando si comprenderanno le potenzialita’ della nuova tecnologia".