La sua contromossa ha preso tutti alla sprovvista. Proprio tutti. Prima, lo Squalo ha nuotato per un po’ al largo, osservando da lontano le sue grasse prede che guazzavano gioiose dopo l’arpionata estiva.
Poi, quando ormai sembrava che le poche dentate tirate qua e là fossero tutta la sua reazione, il vecchio pescione ha fatto una strage. Pur nella consapevolezza che i quattro programmi in croce aggiunti al bouquet di Sky non fossero all’altezza di una reazione degna del nome all’oscuramento dei programmi RAI (in conseguenza del mancato rinnovo del contratto da parte dei presbiti di Viale Mazzini), nessuno si aspettava la genialata del decoder unico. E soprattutto da un gruppo televisivo che in Italia è stato sempre additato come il principale freno all’introduzione della codifica e decodifica universale (anche se va detto che la sonnacchiosa Agcom ci ha messo del suo a rallentare l’immissione). Certo, con la chiavetta USB con decodificatore DTT incorporato Sky non ha omogeneizzato tutti i decoder, ma ha solo reso universale il suo ricevitore. Sta di fatto che ora i possessori dei decoder della sat pay tv di ultima generazione (cioè quelli con la presa USB) possono ricevere i contenuti free del poco lungimirante fornitore che aveva dato la disdetta al domicilio sat sulla piattaforma dell’Australiano, rinunciando ad una paccata di soldi che, in un momento di vacche magre come questo, equivale ad una martellata sui cabasisi (ci sarebbe da ridere se questi ultimi non fossero i nostri). Quel ch’è indubbio, come scrivevamo poco tempo fa, è che quanto è uscito dalla porta rientra, gratis, dalla finestra. Condicio sine qua non è disporre di un sistema d’antenna tradizionale e, soprattutto, della copertura DTT. Un problema, quest’ultimo, però non di Rupert "Shark" Murdoch, perché RAI e Mediaset (e non solo) dovranno farsi carico di completare la copertura del territorio, lavorando, di fatto, anche per lui. E ne ha così da buttare di acqua sul fuoco Gina Nieri, consigliere d’amministrazione e portavoce risentita di Mediaset, secondo la quale la digital key sarebbe “un’iniziativa scomposta, che crea confusione e illude un parco utenti amplissimo, pur riguardando in realtà solo una minoranza di clienti della piattaforma satellitare". Per la Nieri “la chiavetta riguarda solo 300.000 utenti Sky su 4,5 milioni di abbonati, cioè coloro che hanno l’alta definizione e collegano il decoder a un televisore con il ricevitore per il digitale terrestre incorporato. In pratica, l’iniziativa serve a Sky per verticalizzare ancora di più la sua offerta, perché con il telecomando della piattaforma satellitare si può andare a usufruire anche di questa opzione. Tra l’altro con la chiavetta non è garantita l’interattività, né la possibilità di avere l’offerta a pagamento, né di vedere, per esempio, i canali di RaiSat, disponibili solo nelle aree all digital", ha spiegato la seccata consigliera Mediaset, per la quale la chiavetta "non offre nulla di nuovo, dal momento che gli utenti possono vedere lo stesso il digitale terrestre free" con i nuovi televisori che hanno il decoder incorportato, senza abbonarsi a Sky”. Tutta pubblicità quindi? Con buona pace di Gina Nieri, no: un conto è operare con 2 o 3 telecomandi per saltellare tra le piattaforme digitali, un altro è avere un’unica centrale di comando. Lo sanno bene i telespettatori divenuti nevrastenici con la pletora di telecomandi in prossimità della tv (se ne contano di norma 3 – tv, sat o dtt, dvd – con punte di 8 – tv, sat, dtt, dvd, vcr, hi-fi, home video, riproduttore multimediale). Il decoder unico, quindi, è prima di tutto un telecomando unico, cioè una facilitazione, e non da poco. L’Australiano questo l’ha capito prima degli altri e quindi punta dritto al dominio del salotto. L’unica soluzione per arpionarlo di nuovo, e più seriamente, sarebbe quella di criptare tutti i programmi del DTT. Ma ciò è ovviamente impensabile dal punto di vista commerciale, prima che impossibile da quello normativo. Così, in attesa di capire come uscire dall’angolo, il Cavallo morente ed il Biscione si leccano vicendevolmente le ferite, cercando di capire quale sarà la prossima mossa del concorrente – perché sanno benissimo che l’offensiva di Murdoch non è finita qui. Anche se il patron della News Corp. ha dimostrato di saper ancora spiazzare operatori ed osservatori con strategie imprevedibili, è facile intuire che avendo fatto il primo passo nella direzione del DTT il percorso su quel terreno è segnato. Nel 2012 Sky non avrà vincoli normativi ad operare sul digitale terrestre e potrà farlo acquistando le infrastrutture per diventare un network provider nazionale, oppure potrà conseguire la licenza come fornitore di contenuti (ruolo che gli è da sempre congeniale). Vista la fame (di soldi e contenuti) degli operatori italiani in entrambi i casi è atteso a braccia aperte. Che per uno squalo è il massimo della vita.