Costantino Federico, editore dell’emittente nazionale indipendente ReteCapri, è sul piede di guerra "a causa dell’ennesimo sopruso che si sta “legalmente” compiendo ad opera di un ristretto ed esclusivo club di presunti padroni dell’etere e dei blasonati vip del monopolio Tv pubblico e privato".
Attraverso una lettera inviata all’Agcom, il "primo network del sud" (1980), denuncia "una vera e propria aggressione non solo a ReteCapri, ma anche agli altri operatori fuori dal “club”. Oggetto della contestazione è "la proposta scellerata avanzata dall’associazione DGTVi (cui, si ribadisce, non aderiscono tutti gli operatori e broadcaster del digitale terrestre, ma solo i colossi nazionali e una ristretta parte delle emittenti locali)", relativa ad un accordo per l’assegnazione delle posizioni LCN sui decoder che già avrebbero sottoscritto gli aderenti all’associazione. ReteCapri, facendo anche seguito alla segnalazione dell’associazione CNT-TPD (Coordinamento Nazionale Televisioni – Terzo Polo Digitale), della quale è principale iscritto, inoltrata "alle istituzioni nazionali e sovranazionali circa comportamenti anticompetitivi, ravvisa un enorme vulnus ai principi di equità, trasparenza e non discriminazione proclamati e difesi dell’Agcom". "ReteCapri, quindi, invita l’Agcom a respingere la proposta della DGTVi e, nello stesso tempo, ad avviare un giusto procedimento per l’LCN, valutando la denuncia presentata sotto i vari profili nei confronti dell’iniziativa censurabile anche come pratica distorsiva del mercato – spiegano dalla tv dei Faraglioni – Va infatti considerato che, nella pur non credibile ipotesi di recepimento della proposta DGTVi, i danni per ReteCapri sarebbero devastanti come è intuitivamente comprensibile. ReteCapri, infine, dichiara la propria piena disponibilità all’Agcom ad essere intesa direttamente sulla questione".