"Io mi auguro che a breve ci sia un regolamento preciso sul posizionamento dei canali". Lo ha detto il vicepresidente di Mediaset, Piersilvio Berlusconi (foto).
L’occasione per pronunciarsi a riguardo della confusione creatasi sui canali sul digitale terrestre a seguito della mancata disciplina del logical channel numbering (che dovrebbe trovare soluzione entro la fine di luglio con l’atteso regolamento Agcom) è venuta della nottata dedicata alla presentazione dei palinsesti dell’autunno 2010. In realtà, ad aver sino ad ora fatto le spese della deregulation sull’ordinamento automatico dei canali sul DTT sono state le emittenti locali, posto che, in definitiva, conflitti di attribuzione sui primi 6 canali (cioè i tre programmi principali RAI e i tre Mediaset) non se ne sono registrati. Anzi, secondo una certa scuola di pensiero, dal disastro LCN ad avvantaggiarsi sarebbero stati proprio i big player, che hanno rastrellato quote di audience anche grazie allo smarrimento dai telecomandi dei telespettatori dei canali locali preesistenti. Non solo – sempre secondo tale ottica – i principali player, grazie all’anarchia LCN, avrebbero potuto posizionare su posizioni appetibili i propri nuovi programmi che, in un regime regolato a priori secondo principi di eredità analogica (la previgente numerazione sui telecomandi), probabilmente sarebbero stati relegati su cifre meno prestanti. Ma il danno ormai è fatto e le posizioni principali consolidate. Così ora si potrà gridare allo scandalo. (M.L. per NL)