Chi si aspettava un ingresso morbido nel mercato del digitale terrestre italiano da parte di Murdoch si è sbagliato di grosso. Il Grande Vecchio della televisione mondiale non è certo uomo dai mezzi termini.
Lo ha dimostrato con la vicenda Cielo, picchiando i pugni sulla scrivania del viceministro allo Sviluppo Economico Paolo Romani per il mancato rilascio dell’autorizzazione ad operare come content provider, nonostante i termini temporali che l’ordinamento giuridico assegna al MSE-Com per la verifica dei requisiti non fossero ancora scaduti. Lo conferma ora, decidendo di non scendere a patti con DGTVi sulla questione LCN e, anzi, denunciando all’Agcm l’accordo di natura privatistica che, secondo alcuni osservatori, Agcom potrebbe "ratificare". "Sky Italia accoglie positivamente la decisione dell’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni di avviare un’istruttoria relativa ai criteri di ordinamento automatico dei canali nella televisione digitale terrestre e annuncia che chiederà di essere sentita in merito al più presto dall’Autorità", spiega un comunicato della pay tv. "Le regole per la numerazione dei canali sul DTT sono infatti un elemento cruciale, che impatta sulla parità d’accesso per tutti gli operatori e sul rispetto del pluralismo e della concorrenza in un mercato in rapida evoluzione come quello televisivo italiano". Sky Italia annuncia anche che nei prossimi giorni presenterà all’Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato "una denuncia relativa all’intesa posta in essere su questo tema da DGTVi, che appare, già a un primo esame, lesiva dell’art. 81 del Trattato UE. Nella fattispecie, gli operatori principali “incumbent” del settore, agendo in pratica come autorità di regolazione privata, hanno adottato un ordinamento automatico ritenuto conveniente e lo hanno immediatamente posto in esecuzione. Mentre agli operatori esterni a questo accordo è stata data solo la possibilità di aderire o di partecipare ad eventuali correzioni, rese comunque difficili dall’avviata esecuzione dell’accordo stesso". Insomma, gli oppositori dell’accordo di DGTVi hanno ora un formidabile, imprevisto ed involontario, alleato al loro fianco.