Roberto Napoli, commissario dell’Agcom, ha comunicato alla riunione del Comitato Nazionale Italia Digitale, riunitosi giovedì scorso a Roma per la definizione del calendario 2010 per il DTT, che il 4 febbraio l’Autorità chiuderà l’istruttoria sugli LCN.
Si ricorderà che il procedimento dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni sulla regolamentazione della funzione automatica di ordinamento dei canali digitali (cioè il logical channel numbering, da cui la sigla LCN) era stato avviato con la Delibera 647/09/CONS su impulso del protocollo d’intesa sottoscritto dai soggetti aderenti alla Associazione DGTVi. La proposta di DGTVi, tuttavia, oltre a non aver trovato affatto la piena condivisione da parte degli aderenti alle associazioni di emittenti locali iscritte a tale ente, aveva stimolato la sottoposizione ad Agcom di ulteriori soluzioni, ad avviso dei promotori meno penalizzanti per gli operatori minori. Tra le più interessanti vanno certamente annoverate quella del Comitato Radio Tv Locali-Adiconsum e quella, presentata oggi su queste pagine, di ATDI (Associazione Tv Digitali Indipendenti). Il commissario Napoli, come si diceva in apertura, ha informato che entro il 15 febbraio sarà approvata da Agcom la delibera recante i principi regolamentari della complessa vicenda, che enterà in vigore dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. La definizione della questione LCN è ritenuta da tutti gli operatori essenziale per la ricostruzione di equilibri d’audience quanto più possibile vicini alla fase precedente agli switch-off, anche se l’avvento di nuovi programmi numerici non può, per principio, non determinare alterazioni della sequenza di sintonizzazione e migrazioni d’ascolto. La richiesta di addivenire ad una soluzione del problema è quindi assolutamente condivisa dagli editori minori, i più penalizzati dall’attuale anarchia (quasi per nulla lo sono i principali programmi nazionali che, anzi, da ciò hanno tratto un evidente giovamento). Nondimeno, la forte divergenza delle soluzioni proposte, quantomeno dai tre enti esponenziali anzidetti, lascia presumere che il provvedimento adottato da Agcom finirà per scontentare i progettisti delle soluzioni che saranno scartate, cosicché appare altamente probabile che la scottante querelle finirà, come è consuetudine italiana, davanti ai giudici amministrativi.