Sull’ordinamento automatico del ‘telecomando digitale’ e sulle ipotesi del nuovo piano delle frequenze, il Segretario generale della Fnsi, Franco Siddi, ha inviato una lettera al Presidente dell’Agcom, Corrado Calabro’.
Siddi esprime "viva preoccupazione". "L’introduzione delle trasmissioni in digitale terrestre e’, senz’altro, una grande opportunita’ per il sistema televisivo’, ma il passaggio, pero’, ‘da una pianificazione regionale a una nazionale, prescindendo anche dalle programmazioni gia’ definite nelle aree in cui la transizione al digitale e’ gia’ stata avviata, rischia di determinare effetti dirompenti su tutto il sistema", secondo la Fnsi. Secondo il segretario in particolare "la riduzione delle frequenze multiple disponibili e il passaggio delle tv locali a canali con frequenze ‘piu’ deboli’ – ove confermato – rischierebbe, in particolare, di mettere in ginocchio il sistema delle tv locali". Sottolinea Siddi che "laddove, peraltro, era gia’ stata trovata una faticosa, ma alla fine fruttuosa, transizione al digitale (come, per esempio, Sardegna, Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige, Lazio) sarebbe forse meglio confermare quanto gia’ fatto sinora e gia’ pienamente operativo". Ma per il Sindacato dei giornalisti il problema e’ rappresentato soprattutto dagli effetti che nuove difficolta’ per l’intero sistema delle televisioni locali possono provocare sull’occupazione e, di conseguenza, sulla qualita’ e sulla estensione del pluralismo dell’informazione in questi ambiti. Insomma per la Fnsi va "assicurato lo spazio qualitativamente e quantitativamente adeguato per le tv locali". Nel "Telecomando del digitale terrestre" sicuramente nei primi dieci canali, regione per regione o bacino per bacino, non possono mancare le tv locali di piu’ consolidata presenza nelle preferenze dei cittadini, secondo la Fnsi. "E’ l’occasione perche’ gruppi dominanti e oligopolisti – siamo sicuri anche l’Autorita’ ne convenga – non siano, ne’ appaiano come beneficiari di pregio di un bene pubblico. Per essere ancora piu’ chiari, non siamo interessati allo scontro tra i grandi gruppi (Mediaset, Sky e la stessa Rai) per ottenere per se’ le migliori frequenze ma perche’ siano messe in pari disponibilita’ tutte le risorse tecniche e non siano lasciate le piu’ deboli al polo cosiddetto minore, seppure da collocare ai primi posti in piu’ di un caso in diversi bacini". (ADUC)