“L’idea dell’Autority delle Comunicazioni di eliminare i primi nove numeri dal telecomando programmato per la televisione digitale terrestre non è condivisile", ha dichiarato Franco Siddi (FNSI) in relazione alle indiscrezioni sul regolamento LCN dell’Agcom di cui tra i primi abbiamo dato conto.
"Vìola un essenziale principio di necessario “federalismo televisivo” e non appare rispettoso delle scelte, delle abitudini, degli orientamenti del pubblico di riferimento di ciascuna area regionale. Assegnando la numerazione automatica dal numero 1 al numero 9, esclusivamente a televisioni a diffusione nazionale, ancorché spesso territorialmente molto indietro nelle scelte e negli ascolti dei vari pubblici locali, si rischia di determinare uno squilibrio grave negli assetti di sistema e anche nelle condizioni del mercato televisivo", ha sottolineato Siddi. "Si potrebbe dire che si determina un vantaggio per i soliti noti. Con questo tipo di orientamento, televisioni locali che si sono conquistate posizionamento primario, ben sopra le scelte fatte, regione per regione, rispetto a molti canali nazionali, vengono penalizzate e, ingiustamente, esposte a rischi di ridimensionamento negli ascolti e nel mercato delle risorse. Si apre un rischio reale anche per i lavoratori, giornalisti in primo luogo, terminali di un processo nel quale, da elemento centrale di qualificazione della televisione locale, rischiano di trovarsi esposti a nuove incertezze anche occupazionali", ha spiegato l’esponente della FNSI. Eppure, c’è una norma legislativa che, tra i principi e i criteri direttivi, nel passaggio al digitale, prevede “il rispetto delle abitudini e delle preferenze degli utenti con particolare riferimento ai canali generalisti nazionali e alle emittenti locali”. Ci sono specificità di valore che debbono essere rispettate. "Creare condizioni di svantaggio, attraverso il telecomando digitale pre- numerato, non appare scelta coerente con queste indicazioni", ha chiosato Siddi. "C’è ancora poco tempo prima del varo definitivo del regolamento, ma sarà bene utilizzarlo per cambiare orientamenti che appaiono oggi predefiniti e non pienamente rispondenti alla realtà dei fatti e alle esigenze di armonico sviluppo del settore”.