"Agire con urgenza o la tv digitale diventerà indigesta a milioni di consumatori. Nelle zone dove la visione della tv è solo in digitale è diventato difficile vedere i programmi".
Dopo che Agcom ha bucato il termine che il suo commissario Roberto Napoli aveva annunciato a fine gennaio, sostenendo che entro il 4 febbraio l’Autorità avrebbe concluso l’istruttoria sugli LCN avviata ed avrebbe approvato, entro il 15 febbraio, il provvedimento recante i principi regolamentari sull’ordinamento automatico dei canali, l’Adiconsum chiede a gran voce un’azione in materia. "Improvvisamente i canali spariscono dalla televisione o dal decoder e diventa impossibile vederli anche rifacendo la risintonizzazione. Gli addetti ai lavori sanno che la colpa è dell’ordinamento automatico dei canali, il cosiddetto LCN. Uno strumento tecnologico realizzato a favore dei consumatori per districarsi fra i tantissimi canali digitali è diventato il nemico numero uno per una corretta visione", lamentano i consumatori, che sottolineano come "Tutto dipende dall’uso selvaggio di questo strumento che attualmente regge su un accordo fra le emittenti appartenenti al DGTV ma non rispettato da quelle non aderenti all’associazione. In assenza di sanzioni e regole definite, ogni emittente può scegliersi a suo piacimento la posizione da assumere sul telecomando, creando conflitti che moltissimi televisori e decoder gestiscono eliminando a propria scelta i canali". Televisori e decoder evoluti chiedono all’utente quale canale inserire fra quelli indicati sulla stessa numerazione, gli altri (quasi tutti i nuovi televisori) scelgono da soli che canale far vedere provocando la scomparsa dei canali scartati. Del problema è stata investita l’Agcom che ha aperto un’istruttoria, alla quale anche le associazioni consumatori hanno partecipato, chiedendo unitariamente di impedire la presenza di conflitti e realizzare un ordinamento che rispetti le abitudini del consumatore. "Adiconsum ha fatto ancora di più: unitamente a CRTL ha presentato una propria proposta di ordinamento che oltre a vietare i conflitti, tranne nei casi dello stesso canale trasmesso in HD, propone la semplicità d’uso e la tematicità", spiega l’ente esponenziale. "I consumatori già stanno vivendo con affanno l’incremento vertiginoso dei canali – dichiara Pietro Giordano, Segretario Nazionale Adiconsum – modificare, anche, le abitudini acquisite sull’uso del telecomando diventerebbe deleterio, soprattutto per le fasce più deboli, come gli anziani. Adiconsum propone, quindi, di riprodurre dal numero 1 al numero 99 la situazione presente nell’analogico, prima dello switch off, che fra l’altro garantirebbe alle emittenti locali di mantenere la posizione acquisita da numerosi anni. In pratica le prime 8 posizioni sarebbero occupate dalle reti nazionali e di seguito le locali (quelle ancora presenti in digitale) come erano dislocate nell’assegnazione delle frequenze dal 21 al 69. Dal 101, invece, si posizionerebbero i canali per tematicità, come ha sottolineato anche l’Antitrust affermando: infatti, l’organizzazione tematica, nella misura in cui attenua la centralità delle prime numerazioni, consente di mantenere una riserva di numerazioni di un certo interesse anche per potenziali newcomer”. Adiconsum propone che dall’1 al 100 siano posizionati i canali presenti nelle precedenti numerazioni; dal 101 al 199 tutti i canali nati in digitale; dal 201 al 299 News; dal 301 al 399 Pay; dal 401 al 499 sport; dal 501 al 599 bambini; dal 601 al 699 cinema; dal 701 al 799 musica; dal 801 al 899 televendite; dal 901 al 999 radio. "Adiconsum chiede ad Agcom di deliberare al più presto l’ordinamento tenendo in considerazione le indicazioni dei consumatori" ed avanza anche un invito ai sindacati delle emittenti, ai quali propone "di confrontarsi con la proposta avanzata da Adiconsum ed il Comitato Radio e TV locali, cercando di privilegiare, oltre i propri legittimi interessi aziendali, anche la corretta transizione alla tv digitale limitando il più possibile i disagi ai consumatori".