Secondo una recente inchiesta, pubblicata nella versione online de Il Sole 24 Ore, tra produttori e rivenditori di flat tv con decoder Dtt integrati, regna ancora il caos. Un caos di portata decisamente preoccupante se considerata la quantità di vendite lamentate dai consumatori. Un caos che genera vittime, sempre i consumatori, inconsapevolmente traditi dalle scarsa informazione che gravita intorno a questa gamma di televisori di nuova generazione. Questo il problema: i televisori flat, con sistema Dtt integrato, nonostante le promesse dell’associazione per il Digitale Terrestre Dgtvi, non hanno ancora ottenuto una vera e propria classificazione. Ciò comporta che il consumatore (ma a quanto pare, nemmeno il rivenditore autorizzato) non possa sapere con certezza quali siano le potenzialità del decoder integrato che sta acquistando. A questo si aggiunga che, una volta acquistato un televisore flat, con sistema Dtt integrato, si scopre che, almeno nove volte su dieci, le possibilità sono limitate alla sola fruizione dei canali in chiaro. In effetti non ci sarebbe posto per alloggiare schede, indispensabili per accedere ai noti servizi a pagamento o premium di emittenti come Mediaset o La7. Quindi nessuna smart card, nessun canale speciale, nessun servizio premium e nessuna interazione con il sistema Mhp (Multimedia home platform). Il popolo degli internauti fa notare come non sia cambiato nulla addirittura dal lontano 2004, quando l’Adiconsum difendeva a spada tratta i consumatori, richiedendo maggiore informazioni sui sistemi integrati. La situazione di stallo sembra ora imperdonabile, soprattutto pensando a quanti hanno speso cifre piuttosto rilevanti per l’acquisto di televisori privi di caratteristiche essenziale per l’accesso completo al mondo del Dtt. E se c’è una soluzione è sicuramente la più semplice: mettere mano di nuovo alla cassa di casa, acquistare un decoder, dotarsi di un altro telecomando, dell’ennesima presa scart e ricordarsi che, alla faccia del risparmio energetico, i consumi elettrici aumenteranno di nuovo. Non rimane che attendere i commenti dei grossi produttori di flat tv, nella speranza che sia fatta chiarezza sulla questione, che certamente non facilita la diffusione di una tecnologia già guardata con diffidenza dall’utenza. (Marco Menoncello per NL)