Digitale terrestre. Gravissime sottovalutazioni in Piemonte: interrogazione parlamentare

L’enorme e ingiustificata sottovalutazione da parte di MSE-Com e Regione Piemonte dei problemi della ricezione nelle "valli laterali"(e non solo) tra creando parecchi grattacapi negli ambienti amministrativi e politici romani e torinesi.

La cosa gravissima è che l’allarme sugli impianti ex art. 30 D. Lgs 177/2005 (i microimpianti che consentono la ricezione radiotelevisiva nei piccoli centri delle are periferiche e che sono autorizzati dal MSE-Com alle comunità montane o ai singoli comuni) era stato lanciato da tempo e per tempo (per primo da questo periodico) e, nonostante fosse stato portato alla diretta attenzione degli organi deputati al traghettamento digitale, si era deciso incomprensibilmente di chiudere occhi e orecchie. Ora si cerca di correre tardivamente ai ripari, col rischio di realizzare le solite soluzioni pasticciate dell’ultimo minuto. L’ultimo intervento di protesta in ordine di tempo è quello del presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta e dell’assessore alla Montagna, Marco Balagna.  ”Anche noi, come gli amministratori dei Comuni e delle Comunità montane – dicono – siamo fortemente preoccupati per i problemi di ricezione dei canali Rai che si riscontrano un po’ in tutte le nostre vallate. L’accesso al servizio radiotelevisivo pubblico è un diritto di tutti i cittadini che pagano regolarmente il canone, così come è un diritto delle emittenti private che fanno informazione sul territorio poter raggiungere l’utenza sinora servita, essendo anch’esse concessionarie di un servizio pubblico”. Fa eco a Saitta e Balagna Giorgio Merlo, deputato piemontese del Pd e vicepresidente della commissione di vigilanza Rai, che ha avanzato un’interrogazione parlamentare al ministro dello Sviluppo Economico – Comunicazioni per capire la genesi della disastrosa sottovalutazione. "Malgrado le svariate rassicurazioni degli organi preposti, dal ministero delle Comunicazioni alla Rai, il Piemonte si trova in oggettiva difficoltà dopo la cosiddetta ‘rivoluzione digitale’ e il tramonto della Tv analogica – spiega Merlo – Decine e decine di Comuni montani piemontesi sono stati lasciati, ad oggi, sostanzialmente allo sbando e privi di qualunque ricezione televisiva. Una sorta di interruzione di pubblico servizio, parlando della Rai, e di danni seri agli utenti che hanno l’unica colpa di abitare in montagna. C’è una oggettiva responsabilità di chi ha snobbato i richiami e le preoccupazioni della vigilia e oggi lascia migliaia di cittadini in balia degli eventi. Ho presentato una interrogazione urgente al ministero delle Comunicazioni per capire l’origine politica che ha creato questa incresciosa situazione e per conoscere quali sono le proposte che si vogliono mettere immediatamente in campo per far sì che il Piemonte non sia doppiamente penalizzato", conclude il vicepresidente Merlo.

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