Paolo Romani, viceministro al MSE con delega alle Comunicazioni respinge al mittente le accuse mossegli ieri dal quotidiano la Repubblica a riguardo del presunto veto posto a Sky alla partecipazione alla gara per il cd. "dividendo digitale terrestre".
E lo fa dalle pagine de Il Giornale, dichiarando: «Non ho mai affermato né privatamente né ufficialmente né tantomeno al Commissario europeo per la concorrenza Almunia che decido io rispetto ad una procedura, la gara di assegnazione del dividendo digitale, che è regolata da una delibera dell’Agcom, delibera che d’altronde ancora non è stata presa dall’Autorità». Romani ha poi definito «false, gravi e ridicole» le parole attribuitegli da Repubblica («Me ne frego dell’Europa, decido io»). «L’assurda affermazione secondo cui avrei intenzione di non fare del tutto la gara, mettendo a repentaglio la chiusura della procedura d’infrazione, è smentita dal lavoro di questo anno e mezzo», ha spiegato un Romani risentito, precisando di avere avuto un solo incontro con il commissario UE alla concorrenza Almunia sul tema Sky lo scorso 2 marzo, «per significare la posizione del governo e le preoccupazioni del mercato radiotelevisivo nazionale e locale su una decisione, sollecitata dalle pressioni di un unico operatore, che sconvolgerebbe il mercato del digitale terrestre". Dietrologica la conclusione del viceministro al MSE: "Non vorrei dover pensare che nella costruzione di tanto gravi falsità vi sia un’intenzione di influenzare la decisione dell’Europa".