Week-end di passione per gli operatori del digitale terrestre (tv e visual radio) quello di fine marzo 2019. Il Mise ha infatti pubblicato ben tre consultazioni pubbliche a riguardo delle imminenti procedure tese a riscrivere l’assetto televisivo digitale terrestre dal prossimo anno. In sequenza, sono state pubblicate la consultazione sulla nuova road-map per la migrazione della banda 700 MHz (che prevede la possibilità di restituire prima i diritti d’uso ricevendo in anticipo rispetto alle previsioni gli indennizzi e di posticipare di un anno e mezzo l’introduzione dell’obbligo all formato Mpeg4); quella sulla gara per l’attribuzione dei nuovi diritti d’uso T2 e quella sulla procedura per la definizione della graduatoria dei fornitori di servizi di media audiovisivi che avranno titolo ad essere trasportati sui pochi mux regionali che saranno attribuiti.
Relativamente alle linee guida sulla procedura competitiva per i diritti d’uso T2, nulla di nuovo rispetto a quanto noto e comunque anticipato da questo periodico (le cui indiscrezioni hanno trovato ancora una volta piena conferma): la possibilità di assegnazione dei canali di 1° livello spetta solo ad enti di grandi dimensioni, dotati di significativa potenzialità economico-finanziaria, possibilmente (ma non necessariamente) costituiti da aggregazioni di operatori di rete esistenti. Qualche possibilità per soggetti di medio livello è offerta dai primi diritti d’uso di 2° livello, comunque spesso di significativa rilevanza. Con elevata aspettativa di assenza di partecipanti invece talune opportunità di 2° livello dopo la n. 1, data l’elevata limitazione di copertura.
Più complessa ed articolata la questione relativa ai bandi per fornitori di servizi di media audiovisivi (FSMA) locali ai quali sono chiamati anche le visual radio, fenomeno del 2017-2018. Chi non presenterà la domanda nei 30 giorni successivi alla pubblicazione dei bandi, dovrà appendere al chiodo la casacca di editore televisivo senza aspettative di indennizzi. Situazione altamente critica per chi detiene molte autorizzazioni FSMA, considerato che i requisiti (fondati sul DPR 146/2017 che regola le misure di sostegno alle tv locali) si frammenteranno elevando il rischio di collocazione in fondo alla graduatoria o peggio di esclusione.