DigiTAG, il consorzio industriale per la televisione digitale terrestre a standard DVB lancia un allarme relativo allo spettro delle frequenze UHF, prendendo di mira una recentissima raccomandazione della Commissione Europea in cui le autorità di regolamentazione sono invitate a riservare a servizi non-broadcast la porzione compresa tra i 790 e gli 862 MHz.
Il passaggio al sistema televisivo digitale, più efficiente in termini di capacità (una efficienza solo apparente e condizionata, come stanno imparando a loro spese decine di televisioni locali private italiane), sta rendendo disponibili molti canali prima occupati da segnali televisivi analogici. E’ il cosiddetto dividendo digitale, che molte nazioni ormai passate allo standard DVB pensano ormai di assegnare a servizi come la telefonia cellulare e Internet senza fili. Una prassi che l’Unione Europea sembra intenzionata ad applicare in senso esteso e allargato a tutti i paesi membri. DigiTAG teme che togliendo oltre 70 MHz di spettro alla banda televisiva UHF, si rischia di mettere in pericolo i servizi televisivi terrestri, che vedrebbero accelerato il rischio di saturazione e instabilità. Per definire meglio le sue preoccupazioni DigiTAG ha realizzato un position paper sul dividendo digitale che può essere scaricato a questo indirizzo: http://www.digitag.org/DTTResources/DigiTAG_Position_Paper%201.01.pdf La problematica ovviamente interessa anche tutti i servizi radiofonici che vengono veicolati sulle varie piattaforme DVB-T, che molti utenti insoddisfatti dell’FM cominciano a utilizzare. (Radio Passioni)