Consultando alcuni tra i più popolari forum online, è facile incappare in commenti piuttosto pesanti sulla qualità tecnica delle trasmissioni di Dahlia.
In particolare, nelle ultime settimane sono in aumento coloro che lamentano la visione di programmi di qualità video degradata, con pixel particolarmente evidenti. Addirittura sul web qualcuno giunge a sostenere che, in generale, la definizione HD sul DTT non esisterebbe: i programmi sarebbero trasmessi in digitale con qualità più scadente di quella che avevano in analogico, sicché l’HD sarebbe semplicemente il recupero del degrado intervenuto col passaggio ad una trasmissione numerica particolarmente compressa (per esigenza di sfruttamente massimo della capacità trasmissiva). E, sempre secondo i frequentatori dei forum tecnici (Digital Forum e Google Forum in testa), in particolare Dahlia e Mediaset Premium avrebbero di recente visibilmente peggiorato la qualità di trasmissione con l’obiettivo di aumentare quantitativamente l’offerta (ancora poco competitiva rispetto a quella di Sky). Tralasciando le considerazioni tecniche, è pur vero che Dahlia e Mediaset Premium faticano ad imporsi come vorrebbero sul DTT. E se ai pixel aggiungiamo i conti in rosso di Dahlia per circa 21 milioni di euro (fonte Italia Oggi), una raccolta pubblicitaria attestatasi a 138 mila euro nel 2009 (dunque praticamente inesistente) e i 100 milioni di euro investiti da Telecom Italia Media (il network provider che veicola i programmi marchiati Dahlia e che, al fine di conferire attività e personale afferente la pay per view di Cartapiù, aveva creato Dahlia Tv s.r.l, di cui ora possiede l’8,5% del capitale) e Airplus Tv (il gruppo scandinavo di proprietà della famiglia Wallenberg che ha la larga maggioranza di Dahlia Tv s.r.l.) in questa avventura digitale, è evidente che qualcosa non gira a dovere. Ma Dahlia non si arrende e punta a raggiungere i 900 mila abbonati entro fine 2010 (oggi sono 600 mila; a fine 2009 erano 450mila) forse puntando ad un ingresso sul mercato pubblicitario con numeri più forti. Chi in ogni caso crede fermamente all’avventura sul DTT di Dahlia è l’a.d. Guido Fienga, che potrebbe presto accogliere nuovi investitori, tra i quali, si dice, Unicredit e Urbano Cairo. (M.M. per NL)