Cominciano ad essere più d’uno i segni di cedimento nella controversa procedura di assegnazione delle frequenze digitali terrestri nell’Area Tecnica 3, che ha sollevato negli operatori mille dubbi, che i magistrati amministrativi stanno cominciando a dipanare. E la crepa odierna potrebbe avere effetti devastanti.
Con ordinanza assunta nella camera di consiglio del giorno 24 febbraio 2011 il TAR Lazio, accogliendo l’istanza cautelare per la sospensione dell’efficacia dell’assegnazione dei diritti di uso di frequenze di radiodiffusione televisiva in tecnica digitale presentata da un’emittente lombarda relativamente al canale ad essa assentito nell’Area Tecnica 3, "considerato che il ricorso presenta sufficienti profili di fumus boni juris, e ritenuta altresì la sussistenza del pregiudizio grave e irreparabile dedotto" ha ordinato "all’Amministrazione intimata l’immediato e puntuale riesame della vicenda, alla luce delle censure svolte coi motivi di ricorso e in modo conforme alle richieste nello stesso formulate". Alla base del ricorso avanti all’A.G.A. vi è una controversa assegnazione della medesima risorsa frequenziale a tre soggetti sostanzialmente operanti sullo stesso bacino, con la conseguenza che ciascuno di essi è stato posto dal Ministero dello Sviluppo Economico – Dipartimento Comunicazioni nell’impossibilità di proseguire la propria attività su territori serviti prima dello switch-off in maniera soddisfacente. Data "la complessità della situazione di fatto e degli aspetti tecnici della vicenda dedotta in controversia postulano la necessità della delibazione della questione in sede di merito" il TAR ha fissato per la trattazione di merito del ricorso l’udienza pubblica del 20 ottobre 2011. La sensazione dei primi osservatori giuridici è che si possa essere in prossimità di un vero e proprio cedimento strutturale dell’impalcatura amministrativa di una procedura che da subito è apparsa pesantemente dubbia in quanto a legittimità. (M.L. per NL)