Altro che panacea di tutti i mali televisivi italiani. L’avvento del DTT, che ha portato seco (tra effetti diretti ed indiretti) nuove piattaforme satellitari e decoder, sta determinando tra gli utenti "il caos". Almeno secondo l’associazione di consumatori Adoc, che denuncia come le informazioni all’utenza siano "poco chiare", i nuovi decoder Tivùsat (che dovrebbe integrare la copertura del DTT in aree remote ma che in realtà è la controffensiva Mediaset/RAI a Sky) "rari e la metà dei cittadini delle regioni in cui si sta attuando il passaggio al digitale terrestre non ha acquistato il decoder". Adoc ha chiesto inoltre a RAI, a fronte del deleterio e contestatissimo oscuramento di diversi programmi sulla piattaforma Sky, di "rispettare il contratto di servizio e garantire la visione dei propri programmi su tutte le piattaforme". "La metà dei cittadini interessati dallo switch over non ha ancora acquistato il decoder – dichiara Carlo Pileri, presidente dell’Adoc – a causa, soprattutto, di un informazione scarsa e poco chiara nei contenuti e nelle modalità di passaggio al segnale digitale. Questi dati sono confermati anche dal vertiginoso calo d’ascolti fatto registrare da luglio in poi da Rai Due e Retequattro, i due canali non più visibili in analogico nelle Regioni interessate". Secondo l’Adoc, il decoder del provider sat Tivùsat, difficile da trovare nei negozi, configura "una violazione della concorrenza e del libero mercato, creando anche un notevole danno economico ai consumatori". L’associazione chiede inoltre alla Rai di non criptare i programmi: "La Rai è finanziata dal canone pagato dai cittadini, non può permettersi di limitare la visione gratuita dei propri programmi su piattaforme concorrenti, deve rispettare il contratto di servizio e garantire la visione dei propri programmi anche ai circa 5 milioni di abbonati Sky".