Digitale terrestre. CNT-TDP: gare per nuovi multiplex DTT, rispettare l’UE ed evitare nuovo duopolio

La legge del buon senso dovrebbe mirare a rispettare i parametri europei, e per farlo è sufficiente escludere chi già possiede un parco frequenze già impressionante a danno delle emittenti locali e indipendenti


Comunicato CNT-TPD

Prima o dopo il consiglio dei ministri delle Comunicazioni dell’Unione europea, che si terra’ la prossima settimana a Praga, l’Italia vedra’ i rappresentanti dell’Unione Europea per chiarire la sua posizione in merito alle gare per assegnare i nuovi multiplex, liberati con il passaggio al digitale terrestre. Lo ha annunciato il sottosegretario alle comunicazioni, Paolo Romani, Quanto alle contestazioni del CNT Terzo Polo Digitale sulla possibilita’ anche per gli operatori gia’ in possesso di frequenze, come Rai e Mediaset, di partecipare alle gare per i nuovi multiplex, la cui preoccupazione è stata mossa dalla stessa Unione europea in tema di garanzia del pluralismo, il sottosegretario ha ribadito di ”ritenere impossibile escludere chicchessia (i vecchi e i nuovi operatori) da una gara. Si tratta ora di capire come si possa fare perche’ la gara sia rispettosa dei parametri europei. Non si puo’ penalizzare chi ha comprato le frequenze per fare i canali digitali escludendolo dalla gara. Trovo incompatibile questo con la legge italiana e con la legge del buon senso”. Il CNT Terzo Polo Digitale richiama l’attenzione sul fatto che il monito dell’Unione Europea è garanzia oltre che certificazione di un attuale stato di pericolo nel mercato della televisione digitale terrestre, che l’associazione da alcuni mesi sta denunciando a voce alta, dove si rischia di trasporre proprio in tal mercato il duopolio consolidato Rai-Mediaset esistente nella televisione analogica. La legge del buon senso dovrebbe mirare a rispettare i parametri europei, e per farlo è sufficiente escludere chi già possiede un parco frequenze già impressionante a danno delle emittenti locali e indipendenti. Basti pensare che Rai e Mediaset posseggono allo stato attuale rispettivamente sei reti digitali sui quali vogliono far viaggiare altrettanti canali disponendo, quindi, di oltre 30 canali a testa. Assegnare ulteriori reti sarebbe palesemente in contrasto con ogni regola di concorrenza. Sarebbe opportuno offrire agli altri operatori, già in possesso dei requisiti necessari, la possibilità di accedere a tali reti. Sempre sul digitale, il sottosegretario alle Comunicazioni Paolo Romani riferendosi al problema del Piemonte, regione orograficamente complessa e dunque a rischio oscuramento soprattutto nelle valli a partire dal 20 maggio col passaggio alla nuova tecnologia per Rai2 e Rete4, ha ammesso che ”un problema tecnico c’e’ ma e’ oggettivamente risolvibile e lo stiamo risolvendo”.

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