Murdoch non toglie il "cartello" di protesta in video (e sul web) e gli animi si riscaldano. Mentre, conteggio dei giorni alla mano, si stima per la fine di dicembre la conclusione dell’istruttoria ministeriale conseguente alla domanda di fornitura di contenuti della società della News Corp editrice del programma Cielo, Romani torna sullo scontro in atto con il patron di Sky.
"Si tratta di una questione di carattere regolamentare, tecnico e non c’entra con la guerra tra le emittenti, che poi è sana concorrenza”, ha chiosato Romani all’incontro di ieri a Roma per il venticinquennale della Federazione Radio Televisioni. Ribadendo quanto comunicato con la nota ufficiale dei giorni scorsi, Romani ha ricordato che “La domanda è stata inoltrata al ministero il 2 novembre e abbiamo tempo 60 giorni, più eventuali altri 30 per dare una risposta. Abbiamo chiesto alla Commissione europea una corretta interpretazione del regolamento”. Il riferimento del viceministro è all’impegno assunto dalla News Corp avanti agli organi di garanzia dell’UE nel 2003, al momento della fusione delle pay tv sat Stream e Tele+. L’obbligazione assunta dal gruppo di Murdoch prevedeva "l’impegno per News Corp a non intraprendere attività sul digitale terrestre, fino a fine 2011, né come operatore di rete né come fornitore al dettaglio che a casa mia vuole dire trasmettere programmi in chiaro. Per questo abbiamo chiesto lumi alla Commissione europea e siamo in attesa di una risposta”. Romani si è poi espresso a riguardo della decisione (contestata da FRT) di collocare il programma Cielo, che sarà veicolato dal network provider Rete A (Gruppo L’Espresso), sul numero 10 LCN. “Il fatto che Rete A si sia inserita con il multiplex tra i canali dal 9 al 14, sconvolgendo quel minimo di gentleman agreement’ trovato tra le emittenti, è gravissimo. Aspettiamo che l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni si esprima sul tema dell’ordinamento dei canali, speriamo con regole abbastanza rigide e cogenti”, ha spiegato il viceministro. Intanto, però, nonostante le rassicurazioni ricevute, come detto in apertura, la News Corp. non ha ancora rimosso "il cartello". Segno che la conclusione della protesta è di là a venire e che, con ogni probabilità, nei prossimi giorni la vicenda passerà dal piano giuridico-amministrativo a quello politico.