Tom Mockridge e Paolo Romani uno contro l’altro, di persona. L’amministratore delegato di Sky Italia si e’ incontrato il 3 dicembre con il viceministro allo Sviluppo Economico con delega alle Comunicazioni a Roma, nella sede del dicastero.
Non è stato, però, reso noto il motivo dell’incontro né, tantomeno, l’esito. Il che, di per sé, non è già un buon segno. E’ facile però pensare che gli argomenti della visita siano stati la (mancata) partenza di Cielo, il programma per il digitale terrestre italiano della News Corp (da veicolare sull’operatore di rete del Gruppo L’Espresso) e la digital key, iniziativa che ha sollevato le ire di Mediaset, con tanto di esposto all’Antitrust. Però, dopo l’incontro, è scomparso il cartello di protesta contro il mancato rilascio a News Corp. dell’autorizzazione ministeriale come content provider DTT, che Sky aveva piazzato sul logical channel number satellitare dedicato al nuovo programma e sul relativo sito internet. Mossa che aveva mandato su tutte le furie Romani e scatenato un caso politico. Nessun dietro front, invece, sulla digital key, cioè il surrogato di quel decoder-unico di cui si parla dal 1995; una patata bollente che prima o poi Agcom dovrà pelare, anche e soprattutto in conseguenza della partenza del terzo vettore per la tv digitale. E nemmeno l’idea di un approccio più morbido verso il mercato, visto che, nell’attesa della partenza, Murdoch ha già piazzato Cielo sul numero (LCN) 10 del DTT, facendo imbestialire le emittenti locali che lo preutilizzavano nelle varie aree del territorio italiano. Insomma, non si capisce se l’incontro tra Tom Mockridge e Paolo Romani sia stata la discussione di una tregua o l’occasione per consegnare la dichiarazione di guerra al mercato del DTT italiano di Rupert Murdoch.