DT515HS: non è la targa dell’ultima astronave aliena avvistata, ma un nuovo dispositivo, lanciato da TIM e prodotto dalla Onda Comunication S.p.A. di Roma, per ricevere il segnale del digitale terrestre direttamente sul PC on line alla velocità di 7.2 Mega.
A leggere la notizia per come ci viene proposta in questi giorni, potrebbe sembrare che quegli “scatolotti” che dovrebbero adattare i televisori “della passata generazione” alla ricezione della nuova televisione free e pay, fossero già superati, ma probabilmente non è proprio così: occorrerà senz’altro testare la nuova tecnologia soprattutto in merito alle sue effettive potenzialità di connessione, a memoria delle carenze infrastrutturali riscontrate in molte di quelle aziende che in passato avevano rivolto molte speranze sul 3G, appuntandoci sopra prepotenti campagne di marketing. Il device del quale si sta discorrendo, viene presentato da chi lo produce principalmente per “effettuare trasmissioni dati con velocità fino a 200 Kbps su rete EDGE, fino a 384 Kbps su rete UMTS e fino a 7.2 MEGA su rete HSDPA, in condizioni di copertura ottimale” (www.ondacomunication.com, 23/07/2009) e l’amministratore delegato della compagnia apostrofa l’evento come una conferma “dell’impegno di Onda Communication nella diffusione di tecnologie wireless e mobile in Italia per semplificare e velocizzare l’accesso a Internet e a soluzioni multimediali in mobilità, per lavoro e nel tempo libero” (www.cellularmagazine.it). Per completezza, però, occorre sottolineare che la ricezione del segnale digitale terrestre viene proposto non come principale funzionalità del dispositivo, ma come praticità dovuta al ricevitore DVB-T integrato. Innovazioni a parte, la dimensione del DDT continua ancora a restituire un panorama non poco frastagliato e con parecchi problemi di ordine logistico. A mente della delibera n. 216/00 dell’Agcom “gli operatori di accesso condizionato anche in possesso di un titolo abilitativo alla trasmissione televisiva digitale a pagamento, indipendentemente dai mezzi di trasmissione, sono tenuti a garantire agli utenti la fruibilità, con lo stesso decodificatore, a qualunque titolo detenuto o posseduto, di tutte le offerte di programmi digitali con accesso condizionato e la ricezione dei programmi radiotelevisivi in chiaro” (art. 3); purtroppo, l’attuale diatriba tra AGCOM e SKY, quest’ultima ostile alla cessione della propria codifica ai produttori di decoder, non rende ancora effettivo il c.d. multycript – ovvero la gestione di tutti i sistemi di accesso condizionato – ed inibisce ai telespettatori la copertura dell’offerta in chiaro e a pagamento della nuova TV con l’utilizzo di un unico dispositivo. Allo stato attuale dei fatti, quindi, il nostro caro “consumatore” – tanto garantito ma ancora troppo poco tutelato – sembra trovarsi sul baratro di un colossale inghippo che lo costringerebbe all’acquisto di ben 3 decoder (e se vuole può aggiungere, tanto per completezza, il citato DT515HS) per disporre pienamente dell’offerta in chiaro (www.audiconsum.it, 24/07/2009). Seguiremo con curiosità ogni ulteriore sviluppo di queste bizzarre vicende confidando che si possa giungere, speriamo entro l’anno giubilare del DDT, al consolidamento di un’offerta davvero ampia e variegata, che migliori realmente la qualità (anche percepita) dei palinsesti e senza troppi oneri a carico degli ignari telespettatori, intendendo con ciò sia quelli “riciclati”, che di “nuova generazione”. (Stefano Cionini per NL)
A leggere la notizia per come ci viene proposta in questi giorni, potrebbe sembrare che quegli “scatolotti” che dovrebbero adattare i televisori “della passata generazione” alla ricezione della nuova televisione free e pay, fossero già superati, ma probabilmente non è proprio così: occorrerà senz’altro testare la nuova tecnologia soprattutto in merito alle sue effettive potenzialità di connessione, a memoria delle carenze infrastrutturali riscontrate in molte di quelle aziende che in passato avevano rivolto molte speranze sul 3G, appuntandoci sopra prepotenti campagne di marketing. Il device del quale si sta discorrendo, viene presentato da chi lo produce principalmente per “effettuare trasmissioni dati con velocità fino a 200 Kbps su rete EDGE, fino a 384 Kbps su rete UMTS e fino a 7.2 MEGA su rete HSDPA, in condizioni di copertura ottimale” (www.ondacomunication.com, 23/07/2009) e l’amministratore delegato della compagnia apostrofa l’evento come una conferma “dell’impegno di Onda Communication nella diffusione di tecnologie wireless e mobile in Italia per semplificare e velocizzare l’accesso a Internet e a soluzioni multimediali in mobilità, per lavoro e nel tempo libero” (www.cellularmagazine.it). Per completezza, però, occorre sottolineare che la ricezione del segnale digitale terrestre viene proposto non come principale funzionalità del dispositivo, ma come praticità dovuta al ricevitore DVB-T integrato. Innovazioni a parte, la dimensione del DDT continua ancora a restituire un panorama non poco frastagliato e con parecchi problemi di ordine logistico. A mente della delibera n. 216/00 dell’Agcom “gli operatori di accesso condizionato anche in possesso di un titolo abilitativo alla trasmissione televisiva digitale a pagamento, indipendentemente dai mezzi di trasmissione, sono tenuti a garantire agli utenti la fruibilità, con lo stesso decodificatore, a qualunque titolo detenuto o posseduto, di tutte le offerte di programmi digitali con accesso condizionato e la ricezione dei programmi radiotelevisivi in chiaro” (art. 3); purtroppo, l’attuale diatriba tra AGCOM e SKY, quest’ultima ostile alla cessione della propria codifica ai produttori di decoder, non rende ancora effettivo il c.d. multycript – ovvero la gestione di tutti i sistemi di accesso condizionato – ed inibisce ai telespettatori la copertura dell’offerta in chiaro e a pagamento della nuova TV con l’utilizzo di un unico dispositivo. Allo stato attuale dei fatti, quindi, il nostro caro “consumatore” – tanto garantito ma ancora troppo poco tutelato – sembra trovarsi sul baratro di un colossale inghippo che lo costringerebbe all’acquisto di ben 3 decoder (e se vuole può aggiungere, tanto per completezza, il citato DT515HS) per disporre pienamente dell’offerta in chiaro (www.audiconsum.it, 24/07/2009). Seguiremo con curiosità ogni ulteriore sviluppo di queste bizzarre vicende confidando che si possa giungere, speriamo entro l’anno giubilare del DDT, al consolidamento di un’offerta davvero ampia e variegata, che migliori realmente la qualità (anche percepita) dei palinsesti e senza troppi oneri a carico degli ignari telespettatori, intendendo con ciò sia quelli “riciclati”, che di “nuova generazione”. (Stefano Cionini per NL)