Digitale Radio: RTL investe altri 8 mln di euro. Il DAB-T evolve nel DMB-T

Suraci: nessun timore per il patrimonio in FM, “La radio continuerà a restare analogica per 20-30 anni. Ci sarà sempre bisogno di frequenze, per offrire maggiori servizi”, ma il DMB-T contempera le esigenze di tutti


Ancora una volta RTL 102,500 (recentemente ascesa nell’olimpo Audiradio delle stazioni radio nazionali, con un’incredibile crescita negli ascolti ed uno speculare sviluppo nella raccolta pubblicitaria) è in pole-position nell’evoluzione tecnologica per la distribuzione del segnale. Preso atto delle innovazioni intervenute e delle critiche al DAB-T Eureka 147 dagli altri player, Lorenzo Suraci preme sull’acceleratore mettendosi nella scia della sperimentazione RAI, che, dal 1° febbraio (e per sei mesi), è in onda sulla propria rete di trasmettitori digitali in banda terza, con l’evoluzione del DAB-T, il DMB-T, standard di origine coreana (lì i ricevitori pare abbiano superato 2,6 milioni di unità) recentemente adottato anche in Germania. In un’intervista rilasciata al quotidiano economico Italia Oggi (14/02/07, pag. 23), Suraci prende atto delle critiche sin qui mosse al DAB-T e pragmaticamente osserva che le nuove tecnologie non potranno soppiantare la modulazione di frequenza, che “resterà analogica per i prossimi 20-30 anni” e che probabilmente sarà pure essa terreno di digitalizzazione progressiva (come sta avvenendo negli Stati Uniti, col sistema IBOC-HD Radio). Il ragionamento del patron di RTL è lineare: bisogna cavalcare i nuovi mezzi, senza il timore che essi possano svalutare l’indiscusso patrimonio impiantistico delle emittenti FM; la sinergia tra i nuovi strumenti diffusivi è l’unico simulcasting possibile e il DMB-T si presta a questa strategia. Per questo motivo RTL, che ha investito negli anni circa 20 milioni di euro per i nuovi standard digitali della radio, incrementerà tale somma con uno stanziamento di 7-8 milioni di euro nel 2007 per la capillarizzazione del segnale in tecnologia DMB-T, rendendosi peraltro disponibile ad ospitare (come network provider) le emittenti interessate a sperimentare tale strumento. Lo standard DMB-T potrebbe effettivamente rappresentare, se non una definitiva svolta, una contribuzione interessante – e senza dubbio di approfondire – per la progressiva traduzione in tecnica numerica delle trasmissioni radiofoniche. Secondo Suraci, il DMB-T potrebbe garantire costi di affitto dei mux inferiori rispetto al DVB-H (la tecnologia concorrente). Spinta propulsiva al massimo, quindi, da parte di RTL sulla radio numerica, anche in considerazione dell’attenzione mostrata alla problematica dal ddl Gentiloni.

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