L’attenzione che in questi giorni abbiamo dedicato, con una serie di interventi qualificati su queste pagine, al digitale radiofonico ha prodotto l’intervista che segue, raccolta dal giornalista specializzato Andrea Lombardo, a Gianluca Costella, vecchia conoscenza dei lettori più fedeli di NL e di molti storici operatori della radiofonia, soprattutto milanese (Costella è stato l’editore della mitica Radio Cosmo 104 sulle cui ceneri è nata Radio 105 Classics prima versione – quella della musica anni ’60/70 – in società con Alberto Hazan).
Per partecipare al confronto sull’argomento: [email protected]
Andrea Lombardo (AL): Gianluca, cos’è per te la radiodiffusione sonora digitale?
Gianluca Costella (GC): A mio parere si è parlato di radio digitale troppo in anticipo (moltiplicazione di canali, radio via satellite, dab) e, come spesso accade, la tecnologia è pronta ad offrire cose che il pubblico non richiede. Adesso forse i tempi iniziano ad essere maturi. La radio può cominciare ad interrogarsi su cosa succederà nel prossimo decennio senza per forza ipotizzare stravolgimenti totali, come la fine dell’analogico. Bisogna tenere presente che le nuove forme ci sono.
AL – Qualche esempio?
GC – Ultimo è il simulcast analogico-digitale di Fm Extra, Esiste, funziona, è stato sperimentato, anche se lo sviluppo sarà necessariamente legato alla diffusione degli apparecchi di ricezione. E naturalmente la diffusione della radio digitale in tutte le case tramite Sky, che ha milioni di abbonati.
AL – In che modo i tempi stanno cambiando?
GC – Fino a qualche anno fa chi voleva ascoltare la radio via satellite lo faceva direttamente tramite il televisore, sistema che però non risulta “familiare” all’utente. Oggi la si ascolta collegando l’impianto home theatre, potendo così spegnere l’apparecchio tv. Il confine tra radio tradizionale e radio del futuro diventa sempre più esiguo
AL – In fm, il digitale può trovare finalmente il suo spazio?
GC – Nel caso dell’fm, le nuove tecnologie vanno ad intaccare equilibri esistenti da anni e sarà necessario capire se gli editori siano realmente interessati ad investire. Ci vorrebbe un accordo generale, altrimenti si rischia di generare la stessa confusione portata dal Dab.
AL – Qual è il ruolo di Music on Sky, e della stessa Sky, per lo sviluppo della radio digitale in Italia?
GC – La politica decisa da parte di Sky ha permesso alla tv satellitare di penetrare in Italia in modo considerevole, e sarà sempre di più così.
I risultati Auditel della diffusione radio tramite Sky sono davvero molto chiari: i canali che trainano il bouquet di Music On Sky sono quelli che mandano in onda format precisi non presenti via etere, o solamente in forma sporadica a livello locale. E’ un dato da sottolineare. Significa che vi è esigenza di sentire un prodotto che la radio tradizionale non propone. In questo l’ascoltatore è stato fortemente aiutato a trovare il prodotto-radio che preferisce grazie dalla collocazione e all’identificazione molto chiara dei canali Music On Sky con la sintonizzazione automatica dei ricevitori, al contrario del disordine di prima. Il prodotto offerto rimane comunque l’elemento esenziale, e per questo da parte nostra c’è un lavoro di ricerca ed un pool di persone che creano una vera e propria programmazione quotidiana. Il successo di Music On Sky rende palese un altro fattore: se una radio fm tradizionale propone contenuti “unici” quali la parola, allora si crea un valore aggiunto, ma se viene proposta solo musica con pubblicità, jingle e magari qualche brutta voce, allora il pubblico può decidere di fare altre scelte, come appunto le radio tematiche via satellite, senza nessun tipo di interruzioni e la disponibilità di informazioni supplementari quali il titolo della canzone o l’anno di pubblicazione di quel brano.
Prima via satellite erano diffuse radio locali con palinsesti in prevalenza generalisti o altre emittenti con programmazione non particolarmente curata. Quando Sky ha inizialmente veicolato il prodotto precedente, e cioè Music Choice, c’era il problema della qualità artistica, orientata a mercati non italiani: quel bouquet infatti era già presente in altre parti d’Europa e del mondo. Noi, realizzando Music On Sky, abbiamo fatto nascere un bouquet concentrandoci sul nostro Paese, dato che la richiesta di Sky è stata chiara fin dall’inizio verso quella direzione e quella giratami da Elemedia altrettanto. Abbiamo realizzato un prodotto che funziona e ciò ha permesso di raggiungere numeri che altrimenti non ci sarebbero stati.
AL – I dati Auditel di Music On Sky rilevati superano quelli di alcune emittenti televisive concorrenti nel segmento musicale quali Mtv Hits, Match Music, Rock Tv ed in alcune fasce orarie anche Deejay Tv e Video Italia.