Purtroppo bisogna ammetterlo: da un po’ di tempo a questa parte, internet non corre tanto veloce quanto le connessioni che lo costituiscono. Anzi, il rallentamento della sua infiltrazione nelle case di tutto lo stivale italiano è ormai un problema di portata notevole, per una serie di motivi diversi che contribuiscono contemporaneamente ad ampliare il già gravoso divario digitale. È indubbio che la mancanza di una connessione veloce infligga svantaggi a tutti i soggetti che ne sono privi, siano essi privati, aziende o enti locali. I limiti comunicativi apportati dal digital divide comportano una frammentazione del nostro paese almeno in tre settori distinti: quello nel quale si rincorre la connessione in fibra ottica (la più rapida) e se ne sfruttano tutte le potenzialità, migliorando qualità e tempi lavorativi; quello nel quale l’adsl fino ad un massimo di 6 Megabit è un bene di inestimabile valore, ma comporta comunque dei limiti nella trasmissione dei dati (si consideri soprattutto l’upload); quello in cui internet è ancora una novità, che rimane caratterizzata dal vecchio e rumoroso modem a 56k e che permette solamente di mandare mail fugaci e non consente di conoscere e sviluppare competenze particolari nel mondo del web. Il risultato è che circa 23,2 milioni di italiani, dunque il 33% della popolazione, si trova in condizioni di netto svantaggio, tanto da non sapere nemmeno quando avranno accesso all’adsl e nello stesso momento in cui solo poche centinaia di migliaia di internauti possono avere accesso alla banda larga di nuova generazione. Senza contare che questa braccia internettiana del Belpaese si scontra con il più moderno panorama internazionale: nei paesi industrializzati in tutto il mondo, con particolare attenzione per quelli asiatici, il dibattito sul quale ci si concentra maggiormente sarebbe quello su come raggiungere il 75% almeno della popolazione con una connessione super-veloce a 100 Megabit. Le stime dei professionisti dicono che migliorare e portare il nostro paese al pari degli sarà necessario impegnarsi per altri tre anni, investendo cifre intorno ai 700 milioni di euro. Questa lunga operazione servirà a estendere la connessione a 20 Megabit presumibilmente in tutto il paese, permetterà di diminuire il divario digitale e sarà fondamentale per rinnovare le strategie per le fasi successive. È sicuramente interessante notare l’impegno degli enti locali nello sviluppo della digitalizzazione, grazie ai quali regioni come il Piemonte, la Liguria o il Veneto possono contare su sistemi e gestioni d’avanguardia ed efficaci quasi per tutto il territorio di loro competenza. L’Osservatorio Banda Larga certifica che negli ultimi cinque anni il nostro paese ha investito 900 milioni di euro per contrastare il divario digitale, ma i 3 milioni e mezzo di connazionali che non possono navigare con l’adsl, dimostrano che non è stato sufficiente. (Marco Menoncello per NL)