da Civile.it
Ecco perche’ un blog non e’ un quotidiano. Il problema della diffamazione
Solo qualche giorno fa Punto Informatico (Diffama-zione, denunciato un altro blogger) ha segnalato l’ennesima chiusura di un sito, dove un blogger ha ripreso (copiandola) una notizia di giornale.
Per questo e’ stato denunciato dal politico che si e’ sentito leso.
La polizia postale.
La polizia postale l’ha chiamato, lui ha detto quello che sapeva (senza avvocato), e gli hanno contestato il reato di diffamazione. Questo a quanto egli dice. Anzi, ha persino rilasciato una dichiarazione spontanea, sempre senza avvocato, dove anche una parola puo’ fare la differenza.
Blog e quotidiani
Il video che proponiamo, in inglese, e’ chiarissimo: spiega perche’ un blog non e’ come un giornale.
Per motivi ignoti ai piu’, qualcuno vuole a tutti costi applicare la normativa sulla stampa anche ad internet. Difficile da capire, perche’ un blog e’ per natura diverso.
Difendendosi su punto informatico l’indagato dice: “e’ come quando si commenta al bar una notizia”.
Non c’e’ niente di piu’ corretto. E’ cosi’. Un blog e’ qualcosa di scritto su internet. Ma scritto non significa stampato con tutte le accezioni di diritto che ne conseguono. Che la parola sia la stessa, come spesso si parla di notizie quando sono novità, aggiornamenti, idee, non significa che sia un periodico. Le parole le stesse, i fatti totalmente diversi.
Il video spiega che un blog e’ un luogo dove si parla, mentre i quotidiani sono un posto dove uno scrive, l’altro legge. Manca contraddittorio. Una volta che una cosa e’ stampata questa non puo’ piu’ cambiare: resta.
Su internet tutto e’ in continuo cambiamento: la pubblicità, i box delle notizie, i commenti dei lettori, lo stesso scritto dell’autore puo’ cambiare o essere tolto.
E’ ontologicamente diverso dalla carta stampata. Se non e’ come qualcosa scritto su sabbia, e’ certamente piu’ vicino alla sabbia che alla carta stampata (e questo per i giuristi ha un significato molto forte: un contratto, scritto su sabbia, non e’ un documento giuridico).
Il video spiega egregiamente come un blog e’ un posto d’incontro. Esempio perfetto e’ il Blog di Grillo, dove molti si incontrano e commentano.
Possono anche screditare l’autore, proporre la loro tesi opposta, esercitando immediatamente ed anche meglio il diritto di replica che i giornali, perche’ stampati, non possono offrire: per questo la stampa tradizionale e’ giusto abbia sanzioni piu’ pesanti. Inutile pubblicare una replica il lunedi’ ad un articolo del sabato: il lunedi’ non lo legge chi lo legge il sabato, e comunque deve andare a cercare la replica dell’interessato.
Su internet replicare e’ piu’ facile. Anzi: e’ vero l’uso di rimuovere su semplice richiesta email un contenuto, cosa che non e’ possibile con la carta stampata.
Su questo equivoco giocano anche coloro che vogliono che il web “commericiale” sia depositato come un libro cartaceo: a quel punto chiunque scrive qualcosa per motivi commerciali (boh ?) deve depositarlo nella biblioteca regionale competente. E cosi’ si fa diventare un sito internet qualcosa di molto diverso.
Conclusioni.
I giuristi hanno perso una occasione per fare chiarezza. E’ stata accettata supinamente l’equiparazione stampa e internet (che era una facoltà): oggi diventa sempre piu’ obbligatorio, a seconda della legge che si invoca, ritenere una pagina su internet uguale alla carta stampata.
Sono ontologicamente diverse.
Se ne accorge un bambino quando spegne un computer senza salvare un documento, che si cancella. Mentre il quotidiano e’ stampato in migliaia di copie, e ritirare le copie gia’ vendute e’ impossibile.
Link: http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2200471