La commissione Giustizia del Senato ha approvato il testo che riforma la diffamazione a mezzo stampa, votando all’unanimità il mandato al relatore.
Il testo esclude la carcerazione per il giornalista e fissa un arco di pene pecuniarie da 5000 a 100mila euro a seconda della gravità del fatto e della diffusione dell’organo di informazione. Il ddl sarà probabilmente in aula domani, anzichè oggi, in quanto necessita di qualche messa a punto, è stato precisato al termine dei lavori. Nel testo approvato dalla commissione Giustizia (relatori Filippo Berselli del Pdl e Silvia Della Monica del Pd) si stabilisce che le nuove norme che puniscono il reato di diffamazione a mezzo stampa riguardano anche le testate giornalistiche che abbiamo anche un’edizione on line. Sono state escluse le altre testate diffuse esclusivamente in rete: «È una riflessione di cui potrà farsi carico l’aula», ha detto Della Monica. Il relatore del Pd ha anche reso noto che, intervenendo sulla diffamazione a mezzo stampa, non si poteva lasciare il carcere solo per la diffamazione comune, quella compiuta da qualsiasi cittadino, e quindi la detenzione è stata eliminata anche in questo caso. È stato ritirato, invece, l’emendamento di Giacomo Caliendo (Pdl) cosiddetto ‘anti-Gabanellì, che fissava come nulle le clausole contrattuali a tutela dei giornalisti, anche collaboratori e free lance. «Caliendo l’ha ritirato quando ha visto che la commissione era contraria, ma non è escluso che lo ripresenti in aula», ha detto Felice Casson. (Adnkronos)