Il magistrato Antonio Esposito, che condannò Berlusconi per frode fiscale, li accusa di aver fatto credere che aveva anticipato la decisione ai giornalisti.
Il giudice della Corte di Cassazione Antonio Esposito ha chiesto con una causa civile un risarcimento di due milioni di euro al giornalista Antonio Manzo, al direttore del Mattino Antonio Barbano e alla società editrice del gruppo Caltagirone. Il magistrato si ritiene danneggiato dalla pubblicazione, nell’estate del 2013, di una sua intervista al quotidiano, a suo dire “artificiosamente e arbitrariamente” manipolata con l’effetto di far credere ai lettori che egli, presidente del collegio della sezione feriale penale della Cassazione che lo scorso primo agosto condannò Silvio Berlusconi per frode fiscale nell’ambito del processo Mediaset, avesse anticipato al giornale le motivazioni della condanna di Silvio Berlusconi per frode fiscale. La mediazione civile obbligatoria è prevista l’11 giugno. Analoghe azioni risarcitorie sono state avviate contro Il Giornale (400 mila euro), Libero (1 milione e mezzo), Corriere della Sera (150 mila euro) e il Foglio (120 mila euro). Alcune istanze sono state promosse insieme ad altri componenti del collegio giudicante. Per quell’articolo il giudice fu sottoposto a un processo disciplinare del Csm promosso dal Procuratore Generale della Cassazione. La commissione del Csm che esaminò il caso, nel proporre l’archiviazione per Esposito, decise di non accordargli alcuna tutela per gli attacchi ricevuti dopo l’intervista. Ora la registrazione della telefonata con il giornalista autore dello “scoop”, resa pubblica, rivelerebbe che il giudice aveva effettivamente rifiutato di anticipare le motivazioni, come ha sempre sostenuto. (Ossigeno per l’Informazione)