Genova – Pubblicare su Internet qualsiasi materiale digitale è questione di un attimo ma se lo si fa a nome di altri i rischi aumentano e, anzi, si possono creare danni dei quali si dovrà rispondere: lo stanno scoprendo tre ragazzi di 19 anni, denunciati per aver pubblicato un blog a nome di un loro coetaneo.
Si trattava di uno spazio web sul quale hanno inserito, senza chiedere alcun permesso, la foto della loro vittima, che hanno poi corredato di notizie fasulle, come il fatto che il ragazzo fosse un alcolista piuttosto che un consumatore abituale di stupefacenti, o informazioni inventate sulla sua vita sessuale. Non contenti, hanno anche pubblicato il suo numero di cellulare.
Stando a quanto riferito dagli inquirenti, è proprio la vittima di questo abuso ad aver “intercettato” il blog: contattato proprio su quel telefonino, il ragazzo si è collegato ad Internet e ha scovato quelle pagine. Poiché in nessun modo venivano indicati gli autori del blog stesso, anzi lui veniva accreditato come responsabile di quello spazio web, il ragazzo si è sentito frustrato. Su quelle pagine “scriveva”, per così dire, di essere dedito al fumo e all’alcol e che anzi fumare e bere lo trasformavano nell’animatore di ogni festa, e via peggiorando.
Deluso e calunniato, ne ha parlato con i genitori. Sono questi ultimi, raccontano le cronache, ad aver presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Genova. Il Sostituto procuratore Alberto Lari ha di lì a poco incaricato il nucleo operativo della Polizia Postale ligure affinché prima di tutto venisse oscurato il sito e poi si indagasse su chi lo aveva pubblicato.
Come sempre avviene in questi casi, vista anche la natura dell’ipotesi di reato, ossia diffamazione, le forze dell’ordine hanno potuto ottenere dai fornitori di servizi interessati i dati di accesso al blog: dai numeri IP è stato possibile risalire ai tre autori del sito fasullo. Si tratta di studenti, due ragazzi e una ragazza, che frequentano la scuola della loro vittima.
“Volevamo solo fare uno scherzo”, hanno dichiarato agli inquirenti. Uno scherzo pesante, secondo l’esposto, anzi così pesante che sono stati denunciati con l’aggravante della diffamazione in concorso. Ad uno dei tre, al quale si attribuisce anche una chat a nome della loro vittima, si è deciso di contestare anche il reato di sostituzione di persona.
L’indagine era partita nei mesi scorsi e si è conclusa in queste ore, proprio mentre Telefono Azzurro fa partire la sua nuova campagna, soprattutto televisiva, contro i problemi che l’uso scorretto di Internet, telefonini e videogame può provocare nei giovani o nei giovanissimi. Il presidente della celebre associazione, Ernesto Caffo, riconosce che le opportunità di espressione sono molto cresciute grazie alle nuove tecnologie ma avverte che sono anche aumentati “i pericoli per i più giovani”.
E non solo, o non tanto, di blog fasulli si parla, ma anche, ancora una volta, di siti molto noti e frequentati, come YouTube. Viene considerato una “zona a rischio” perché possono esservi caricati video di qualsiasi genere, anche pornografici, che nei fatti possono essere visti pressoché da chiunque. Video anche diffamanti, tanto per rimanere in tema, ma anche lesivi della dignità dell’individuo.
E non si salvano, secondo Telefono Azzurro, nemmeno i cellulari e la posta elettronica, che consentono di spedire messaggi con contenuti dannosi e abusivi, forme di cyberbullismo che attecchiscono tra i giovanissimi. “Non bisogna dimenticare – ha anche dichiarato Caffo – che la quantità di tempo trascorsa di fronte ad uno schermo televisivo, di un computer o di un videogioco, può incidere sullo sviluppo di un bambino. Un uso eccessivo e incontrollato di queste tecnologie e l’esposizione a contenuti violenti possono favorire percorsi di crescita caratterizzati da aggressività, insuccesso scolastico e isolamento sociale, quando non da veri e propri disturbi mentali”.