“Un vero e proprio agguato mediatico”. Con queste parole il direttore di Raiuno, Fabrizio Del Noce (foto), ha etichettato quanto sostenuto dal critico televisivo Aldo Grasso in un suo articolo, apparso stamattina sulla prima pagina del “Corriere della Sera”. Ed è partita la querela. Del Noce, infatti, ha dato immediatamente disposizioni al suo avvocato, Giuseppe Benedetto, di intentare querela nei confronti del critico e del suo direttore Paolo Mieli, motivando la sua decisione in un comunicato, successivamente reso noto alla stampa. Nella nota il direttore di Raiuno parla di “falsità propinate ad arte”, di “dati palesemente ed artatamente manipolati”, “più volte pubblicamente smentiti”, andando, poi, su tutte le furie quando Grasso parla di format copiati dall’estero, triti e ritriti. Ma torniamo agli antefatti. L’articolo di Grasso, in prima pagina del “Corriere” (ripreso, poi, in due pagine all’interno del giornale) e sul sito del quotidiano, s’intitolava “Rai e Mediaset: le crisi parallele” e verteva sull’argomento del progressivo crollo di audience registrato da entrambi i colossi televisivi, tanto in termini d’ascolto quanto in termini di qualità dei programmi. Grasso individuava le ragioni, prima ancora che nel calo d’interesse diffuso nei confronti della tv generalista, nella scarsa inventiva dei produttori, nella scarsa propensione al cambiamento, al rischio. E, secondo il critico, a risentirne sarebbero proprio le due reti ammiraglie: Raiuno e Canale5, i cui dati, rispetto a cinque, sei anni or sono sembrano calati vertiginosamente (sembrano, perché secondo Del Noce questi dati sono “palesemente ed artatamente manipolati”). Bisogna osservare, ad onor del vero, che una sorta di attacco nei confronti dell’ex inviato di guerra delle reti Rai Grasso lo ha sferrato, indicandolo come uno dei massimi colpevoli del declino di Raiuno e dell’acquisto scellerato di format scadenti dall’estero. L’attacco c’è e Grasso non cerca di nascondersi dietro un dito, ma si tratta di una semplice opinione espressa da uno dei massimi esperti di televisione che ci sono oggi in Italia. La querela per diffamazione, francamente, appare davvero eccessiva. Ma Del Noce, lo ha già dimostrato in altre occasioni (Striscia la notizia, per esempio), non è molto tollerante. (Giuseppe Colucci per NL)