Primo fatto: Google investe nel settore automotive per creare un’auto intelligente, autonoma e connessa insieme ad FCA. Fatto due: Volkswagen decide di seguirne le orme sfruttando la sua lunga partnership con LG per sviluppare la propria versione di smart car, l’auto connessa in rete, al fine di portare “avanti la digitalizzazione dei propri brand”.
Fatto tre: SAIC Motor Corp lancia la prima auto con il sistema operativo di Alibaba; si chiama OS’Car ed è in grado di gestire mappe e connessioni senza GPS o WiFi, rispondere a diversi comandi vocali (come fanno i motori di ricerca) ed è dotata di un’identità propria in rete che sfrutta per connettersi al cloud. Fatto quattro: Vodafone offre un piano tariffario speciale a 18 euro per il quale, fra le altre cose, ascoltare IP Radio non consumerà il traffico ai fini del piano tariffario (ma i prossimi ad entrare nel settore mobile italiano pare si offriranno di farlo a 5 euro). Se qualcuno aveva ancora dubbi sulla previsione secondo cui le auto del futuro “diventeranno piattaforme importanti per i servizi Internet e le innovazioni hardware intelligenti” (per citare il patron di Alibaba, Jack Ma) allora sappiate che le auto del futuro sono già qui. Se qualcuno aveva dubbi che il futuro delle radio fosse nell’ip, allora metabolizzate anche che gli operatori mobile stanno già investendo in quella direzione e loro corrono molto più velocemente di anacronistiche tecnologie per la radio digitale in ventennale start-up. Forse, giusto per ipotesi, i broadcaster radiofonici (e perché no, magari anche televisivi) potrebbero iniziare a dimenticare le pesanti distinzioni fra emittenza locale e nazionale, entrare in rete e scoprire che c’è un mondo connesso là fuori; forse, sempre per ipotesi, il fatto che un operatore come Mediaset parli di comprare reti in Germania o in Francia, ricorda un po’ gli albori della sua attività, quando parlava di acquistare spazi in questa o quella regione per giocare a fare l’operatore nazionale. E, ultima ipotesi, forse ci si potrebbe accorgere che, al contrario di allora, per parlare al mondo basta internet, non servono stratagemmi di questo tipo ma è sufficiente essere in rete e magari, nel futuro, tutto sarà incluso nei margini dell’internet delle cose, con buona pace di vecchierie che ancora vengono spacciate come l’ultimo ritrovato tecnologico. Capovolgendo un pensiero espresso da Lorenzo de’ Medici, potremmo dire che di doman c’è grande certezza.