Default di Berlusconi. Radio Popolare fa partire una class action contro di lui: ha impoverito il Paese

Settantacinque miliardi di euro, l’equivalente di tre finanziare, cento volte di più di quanto Fininvest era stata condannata in primo grado a risarcire De Benedetti.

È questo, secondo Radio Popolare e la rivista Valori – coadiuvati da Federconsumatori – il prezzo che l’ex Premier Silvio Berlusconi dovrà pagare agli italiani come risarcimento dei danni economici provocati dal suo governo negli ultimi tre anni. Più i danni di immagine, ovviamente. “Stiamo tirando un sospiro di sollevo solo perché all’estero non ci ridono più dietro”, commenta infatti Paola sul sito Causes, che promuove l’iniziativa. Gli organizzatori, invece, nella nota diffusa la spiegano così: “L’assenza di politica economica, la mancanza di credibilità internazionale di fronte all’Europa e ai mercati, l’anteporre gli interessi personali a quelli del Paese”. E ancora: “L’aumento dello spread tra Bund e Btp, dovuto alla decisione del premier di ritardare la propria uscita di scena, sono tutti elementi che hanno prodotto rilevanti costi aggiuntivi per la comunità”.  Gli italiani in questi anni si sono impoveriti – non certo solo a causa delle pur rilevanti sciagure provocati dal governo appena dimessosi – e ora vogliono che il capo dell’esecutivo più impopolare della Seconda Repubblica (nonostante nel 2008, quando stravinse le elezioni, era quello con la maggioranza più larga di sempre) restituisca loro quanto tolto. Può sembrare una bizzarra iniziativa pubblicitaria ma in passato casi del genere, non nel nostro Paese certo, sono riusciti a scucire molti milioni ai paperoni di turno. E poi la gente dev’essere davvero incazzata, a giudicare dai commenti che si leggono sempre sulla pagina di Causes. “Per non sentirmi chiedere di Berlusconi dico di essere di Lugano”, scrive ad esempio Francesca. “Per aver sensibilmente contribuito al peggioramento di metà della mia esistenza”, drammatizza Nadia, mentre Francesca è lapidaria: “Ci ha distrutti!”. “Perché mi fa vergognare di essere italiano” dice infine Massimiliano.  La raccolta firme per la class action aprirà domenica prossima a Milano alle 15, durante la giornata senza auto, e vedrà tre differenti ciclo-cortei partire da zone differenti del capoluogo lombardo, per poi convergere a Piazza del Cannone, dove saranno sistemati i banchetti. (G.M. per NL)
 
 
 

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