www.asca.it
Lo afferma il ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, avvicinato a Montecitorio.
”Invito le forze politiche a un atto di riflessione – argomenta l’ex Pm -, confermo e condivido quel decreto che prevede la distruzione dei dossier, la non pubblicazione e il non utilizzo processuale, pero’ a volte puo’ essere necessario per scoprire l’autore del reato, cioe’ dell’attivita’ di dossieraggio, svolgere delle indagini proprio in relazione al materiale sequestrato”. ”Diamo al giudice la possibilita’ di differire la distruzione per il tempo strettamente necessario ad assicurare alla giustizia il colpevole – aggiunge Di Pietro -, altrimenti rendiamo impossibile raggiungere questo obiettivo”.
”Prevedendo che il pubblico ministero, neanche il giudice, distrugga il materiale, innanzitutto rendiamo questa norma probabilmente incostituzionale, perche’ e’ una parte processuale a ordinarlo e poi soprattutto non mettiamo in condizione il giudice di accertare chi e’ l’autore – spiega Di Pietro -, ecco perche’ se non aggiustiamo quel decreto fatto in fretta e furia l’altro giorno per rispondere oggettivamente a una necessita’, finisce per essere un provvedimento monco, che puo’ far pensare paradossalmente ai cittadini che lo scopo della classe politica era che non si parlasse di loro, non che non si scoprisse l’assassino. Non dobbiamo dare l’impressione che abbiamo qualcosa da temere”.