Dati TER: si sente il ritorno dell’autoradio. Ma non quello dell’autocritica

TER 2021, dati TER

Che i dati TER sull’ascolto radiofonico siano relativi lo dimostrano i commenti dei vincitori nelle indagini. Cioè tutti.
Già, perché, nel tempo, le forme di comunicazione in occasione della pubblicazione dei dati TER si sono evolute sino a diventare sfacciate.
Col risultato che, attraverso i vari metri di confronto disponibili, è estremamente difficile non trovare qualche elemento positivo da enfatizzare. Così, tra il dato del giorno medio, quello dei sette giorni e del quarto d’ora, oppure attraverso confronti emogenei (semestre di un anno vs medesimo semestre dell’anno precedente) e disomogenei (confronto del semestre su quello immediatamente precedente), tutti vincono, in qualche modo.
Ed è difficile (per i non esperti) distinguere la realtà dalla teoria del bicchiere.

La singolarità 2020

D’altra parte, la singolarità del 2020 lascia spazio a diverse interpretazioni del trend 2021. Cosicché non ce la sentiamo di andare contro a chi ha ritenuto di confrontare il 2° semestre 2021 col primo semestre dello stesso anno, in luogo del 2° del 2020 (come abbiamo invece fatto noi), quando l’ascolto in autoradio era ancora latente.

Manca l’autoradio? Più che altro manca l’autocritica

Ciò non toglie che una sana autocritica sullo stato dell’ascolto radiofonico (al di là della piena attendibilità del dato TER, oggetto di ampia discussione sulle pagine di NL) farebbe bene non tanto ai singoli, che in animo loro sanno come stanno veramente le cose, ma all’intero comparto.

Comunicazione da parte del mezzo di comunicazione

Il quale, l’abbiamo scritto più volte, necessita – prima di tutto – di una comunicazione più coordinata ed aderente alla trasformazione che il medium sta vivendo (e vivrà sempre di più nei prossimi anni, anzi mesi).

Il mantra

Perché – diciamocelo chiaramente – che l’ascolto radiofonico sia tutto rose e fiori non ci crede veramente più nessuno. E la percezione che il mantra radiofonico sia ormai un “Tutto va bene, madama la marchesa“, è forte.
Peccato, perché la validità del mezzo radiofonico in sé non è in discussione.

 

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