Sono stati resi noti i dati del panel realizzato dalla Fieg, Federazione italiana editori giornali, relativi al mese di settembre. Nessuna sostanziale novità riscontrata per quanto concerne i grandi quotidiani, mentre alcune notizie allarmanti sono giunte riguardo due giornali storici, seppur dalla tiratura ben più bassa dei leader del settore. Il quotidiano milanese “Il Giorno”, diretto da Giovanni Morandi, ha subito un vero e proprio crollo verticale, facendo registrare il 13,1% in meno di copie vendute rispetto a dodici mesi fa. Sarà la concorrenza in territorio milanese di “Libero”, schierato politicamente nella stessa direzione, sarà l’abbondare dei quotidiani meneghini che finisce per penalizzare quelli che “alzano meno la voce”, ma la debacle de “Il Giorno” pare ogni mese più consolidata. Va ancora peggio, se è possibile, per “Il Tempo”. Il -20,7% fatto registrare dal quotidiano romano è un dato da far impallidire gli inserzionisti, specie a seguito del recente restyling. Anche in questo casso, però, vi sono alcune parziali “giustificazioni”, come quelle degli scioperi del settembre scorso che hanno fatto lievitare le copie vendute da “Il Tempo” (in quanto non partecipava alla protesta), facendo risultare più avvilenti gli attuali risultati.
Se la passano bene, al contrario, i quotidiano isolani, specie quelli della Sardegna. Sull’ottimo +3,5% de “L’Unione sarda” ed il +1,3% de “La Nuova Sardegna”, non pesa più di tanto, infatti, lo scoop, poi smentito, del pensionato che ruba in un minimarket. Dove, invece, la cronaca ha influito in maniera più che mai determinante è nel caso della “Provincia pavese” che, dopo i fatti di Garlasco e gli infiniti strascichi che ancora oggi si porta dietro quell’efferato omicidio, ha incrementato le vendite del 10%. (Giuseppe Colucci per NL)