Nei primi tre mesi del 2008, così com’era accaduto per l’intero 2007 (da quando l’Auditel ha scelto di dedicarsi con attenzione anche all’emittenza locale e satellitare – febbraio 2007), i dati d’ascolto riferiti alle televisioni locali, regionali o macroregionali, vedono una conferma del trio che detiene il primato nel mercato. La tv locale più seguita, con una media di 31 mila spettatori nel giorno medio, è sempre la pugliese Telenorba. La creatura di Luca Montrone (foto), che estende il proprio bacino d’utenza su gran parte del sud Italia, continua ad ingrossare il proprio vantaggio nei confronti dei competitori, grazie anche ad un forte radicamento sul territorio (anche e soprattutto sul piano tecnico), spettacoli e sit-com in dialetto locale ed un’informazione, neanche a dirlo, incentrata sugli accadimenti della zona di Bari e provincia.
La piazza d’onore continua a tenerla saldamente la campana Telecapri, con una media di 20 mila spettatori nel giorno medio. Qui il palinsesto è, invece, imperniato su una programmazione fatta di maghi, cartomanti e canzoni napoletane. Diversa è, altresì, la strategia di Telelombradia, che occupa il gradino più basso del podio. L’emittente del gruppo Parenzo (che possiede anche Antennatre, caduta dalla sesta all’ottava posizione) ha scelto quello che è il proprio target e dedica gran parte della propria programmazione ad una sorta di infotainment sportivo, tanto più folcloristico che seriamente informativo: una gruppo di ospiti (sempre gli stessi) disquisiscono giornalmente sugli stessi temi, mettendo in scena una sorta di commedia dell’arte in cui a ciascuno tocca una “parte” da recitare e senza che nessuno possa mai uscire dal proprio ridicolo personaggio.
Al di sotto delle prime tre, confermatissime, posizioni, poco è cambiato. L’unico exploit l’ha fatto registrare l’emittente sarda Videolina, passata in tre mesi dall’ottavo al quinto posto. Al contrario di Antennatre che, invece, passa dalla sesta all’ottava piazza.
Le prospettive per il futuro di queste emittenti, comunque, individuano un settore ancora preda di un sistema d’emittenza che penalizza le piccole tv, anche a causa dell’abbassamento dei listini degli spazi pubblicitari sui grandi network, che sottraggono quel sub-strato di piccola e media imprenditoria che, altrimenti, probabilmente investirebbe sulle tv locali. Su ciò ha sicuramente pesato l’ennesimo fallimento del Centro-Sinistra, che, al di là dei proclami iniziali di Prodi e dei voli pindarici di Gentiloni, non è nemmeno riuscito ad approvare uno straccio di leggina sull’emittenza radiotv. Altro che imponente riforma del sistema radiotelevisiva: sarebbe bastato un più modesto microintervento legislativo, quanto meno che correggere alcuni macroerrori. Niente, nemmeno quello.(Giuseppe Colucci per NL)